Le imprese storiche fallite: la storia di marchi illustri affogati dalla crisi ma anche da cattiva finanza
Dalla Richard Ginori a Mariella Burani l'amara fine di rispettati brand italiani
di Dario Aquaro
2. Richard Ginori
La pagina di storia della Richard Ginori ha cominciato a scriversi nel lontano 1735 e al fondo si è arrivati il 7 gennaio scorso, con il tribunale di Firenze che ha dichiarato il fallimento. Il declino era però visibile fin dal ‘70, quando l'azienda è diventata una controllata della Finanziaria Sviluppo di Michele Sindona. Passata poi alla Liquigas di Raffaele Ursini e quindi alla Sai di Salvatore Ligresti. E ancora: da Pagnossin di Carlo Rinaldini (1998), alla breve parentesi del gruppo Bormioli (2006), alla Starfin di Roberto Villa (2007).
La più famosa fabbrica di porcellana del mondo era stata fondata quasi 300 anni fa dal marchese Carlo Ginori nella sua tenuta di Doccia, vicino a Sesto Fiorentino. Nel 1896 l'azienda si era fusa con la grande fabbrica del milanese Augusto Richard e aveva quindi conosciuto il massimo splendore. Con quei prodotti unici, diffusi nelle case delle famiglie italiane e in tutto il mondo.
Negli ultimi anni, una gestione industriale piena di errori ha portato ad accumulare debiti per oltre 40 milioni di euro. A maggio 2012 la fabbrica di Sesto è stata posta in liquidazione volontaria. I giudici chiamati a pronunciarsi sull'ammissibilità dell'azienda al concordato preventivo hanno invece dichiarato il fallimento. E il rischio è ora che si bruci un grande marchio italiano, un brand che è stato (ed è) un tributo alla bellezza.
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