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Questo articolo è stato pubblicato il 30 gennaio 2013 alle ore 16:06.

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Trecentoventotto posti di lavoro persi al giorno, 120mila l'anno: dal 2009 a oggi il settore delle costruzioni ha lasciato sul campo 550mila posti di lavoro e ha visto fallire 60mila imprese. «Un record negativo storico» dovuto alla crisi «più devastante del dopoguerra», ha sottolineato la Fillea-Cgil, che oggi a Roma ha svolto un'assemblea di programma «We Want Work», alla presenza tra gli altri della numero uno della Cgil, Susanna Camusso, del presidente dell'Ance, Paolo Buzzetti, e del presidente di Federlegno, Roberto Snaidero.

Camusso: le costruzioni devono svolgere funzione anticiclica
«Le costruzioni devono svolgere una funzione anticiclica alla crisi, anche se non basta. Ci vuole una funzione di progettazione del territorio, una manutenzione degli edifici pubblici a partire dalle scuole come elemento di sicurezza e innovazione», ha detto il segretario generale della
Cgil, Susanna Camusso.

I numeri della crisi
Il settore, ha denunciato il leader della Fillea-Cgil, Walter Schiavella, in quattro anni ha perso il 30% della produzione, il 40% degli investimenti pubblici e tra il 2008 e il 2012 il crollo del fatturato complessivo è stato di oltre il 16%. Mentre il ricorso alla cassa integrazione è cresciuto del 93% nel 2009, del 33% nel 2010, del 4,7% nel 2011 e del 28,3% nel 2012, superando, lo scorso anno, i 117 milioni di ore autorizzate.

I lapidei segnano una «tendeziale ripresina»
Una «tendenziale ripresina», ha rilevato la Fillea-Cgil, è in atto solo per il settore dei lapidei, proiettato sull'export, mentre per gli altri comparti i numeri sono «da brivido» con l'edilizia che in sei anni, a fine 2013, avrà perso il 30% degli investimenti e si collocherà sui livelli più bassi degli ultimi 40 anni.

Le richieste al nuovo Governo
Secondo la Fillea-Cgil, per rilanciare il settore, occorre, fra l'altro, regolare il mercato e il sistema degli appalti; introdurre la tracciabilità dei pagamenti a 300 euro; contrastare la crescita di illegalità e irregolarità. Serve poi estendere il Durc per congruità anche ai lavori privati così come previsto dagli accordi sottoscritti dalle parti sociali del settore; bloccare l'espansione degli interessi criminali nel sistema delle imprese e negli appalti; estendere la responsabilità penale anche alle imprese che utilizzano la manodopera illegale fornita dai caporali; restituire un futuro produttivo alle aziende sequestrate e confiscate alle mafie.

Per Buzzetti serve un intervento dello Stato, come è accaduto nei prinicpali paesi europei, per un grande piano di manutenzione del patrimonio edilizio e del territorio, inoltre va allentato il patto di stabilità per far ripartire gli investimenti pubblici. Snaidero ha sollecitato l'estensione delle detrazioni fiscali anche agli interventi di arredo e misure a sostegno delll'export.

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