Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 31 gennaio 2013 alle ore 06:45.

My24


BOLOGNA
Ha allevato stirpi imprenditoriali come quella dei Bonfiglioli (meccanica) e dei Maccaferri (meccanica, alimentare, energia) ed era da mesi sulla rampa di lancio per diventare la più grande struttura di formazione tecnico-industriale dell'Emilia Romagna. Progetto costruito pezzo dopo pezzo dal sistema confindustriale regionale, e caldeggiato dal Comune di Bologna, candidato a diventare un perno della ripresa economica. Si sta invece frantumando contro i continui rinvii e le resistenze della Camera di commercio del capoluogo emiliano.
La Fondazione Aldini Valeriani, eccellenza della formazione, la scuola che a Bologna sforna da anni i tecnici di cui sono affamate le imprese, rischia di entrare in un vicolo cieco. L'ente camerale da otto mesi prende tempo su un finanziamento di 100mila euro che dovrebbe contribuire al piano di rilancio. È socio della Fondazione, come Unindustria di Bologna e Comune. Industriali e sindaco hanno già fatto la loro parte. I primi hanno messo sul piatto 100mila euro, altrettanti li ha messi a disposizione il Comune, attraverso un intervento sull'affitto dell'immobile, di sua proprietà. L'ente camerale invece ha nuovamente posticipato, rinviando ulteriormente all'ultima giunta camerale del mandato. Un continuo procrastinare, mentre la Fondazione è in agonia, considerato dagli industriali ormai inspiegabile, se non come volontà di assicurare equilibri, tra le associazioni di categoria, nel campo della formazione tecnica e professionale. «La Fondazione - dice ora Maurizio Marchesini, presidente di Confindustria Emilia Romagna e ai vertici della stessa scuola - è veramente il cuore tecnico di Bologna. L'anno scorso ha dato vita a 600 corsi, frequentati da 4.200 allievi. Passa sempre attraverso la Fondazione uno strumento innovativo quale è l'Its, l'Istituto tecnico superiore, il sistema integrato per l'alta specializzazione tecnica dei giovani diplomati istituito negli ultimi anni nel nostro Paese e che a Bologna è dedicato alla meccanica ed all'automazione industriale. E non dimentichiamo l'impegno continuo sul sociale. È arrivato il momento di decidere».
All'appello si associa il primo cittadino, Virginio Merola: «Risolvere i problemi rinviandoli è un modo di mettere di fronte al fatto compiuto, di fare scelte unilaterali e non condivise», protesta. Incalza Alberto Vacchi, presidente di Unindustria. «Tutti si riempiono la bocca con l'importanza della cultura tecnica e poi allo stato dai fatti un ente come la Camera di Commercio, che devolve ogni anno più di nove milioni di euro a iniziative di ogni genere, non riesce a trovare nelle pieghe del suo bilancio 100mila euro». I finanziamenti oltre che per ripianare il buco di bilancio servono per sostenere il progetto di rilancio. Obiettivo fino a ora sempre condiviso dalla Camera di Commercio. Ma solo a parole, di fronte a un piano di sviluppo messo a che prevede l'ingresso nella Fondazione di Cofimp, centro di formazione professionale di Unindustria.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Ultimi di sezione

Shopping24

Dai nostri archivi