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Questo articolo è stato pubblicato il 31 gennaio 2013 alle ore 06:46.

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TARANTO. Dal nostro inviato
L'Ilva non si fida dei magistrati, i magistrati non si fidano dell'Ilva.
Non è solo un autolesionistico gioco al massacro, di mezzo c'è il via libera a imponenti progetti per il risanamento dell'acciaieria, in primis la copertura dei 78 ettari di parchi minerali, una delle pietre (anzi, delle polveri) dello scandalo di questa tragica telenovela ionica.
Inutile citare la disperazione degli abitanti del quartiere Tamburi, che vivono proprio a ridosso dei parchi, con le polveri che s'insinuano pure nei cassetti della biancheria o negli armadi, ammorbando tutto e tutti. Da quanto risulta a Il Sole-24 Ore, nei giorni scorsi gli ingegneri della Paul Wurth hanno consegnato ai vertici dell'Ilva il progetto di massima per la copertura dei parchi minerali, che grosso modo brucerà un terzo dei 3,5 miliardi stimati per rivoltare come un guanto i 1.500 ettari occupati dell'acciaieria più grande d'Europa.
Il primo intervento prevede l'acquisto di una ventina di fog cannon (costo 500mila euro caduno), cannoni che sparano acqua nebulizzata fino a una distanza di 250 metri. Uno di questi cannoni, costruito da un'azienda della provincia di Milano, è stato sperimentato con successo negli ultimi mesi. Il piano redatto dai tedeschi della Paul Wurth sulla scorta dell'Aia licenziata in settembre dal ministro dell'Ambiente Corrado Clini, prevede anche il potenziamento del monitoraggio ambientale che attiva in automatico il sistema di bagnatura del reticolo di piste che attraversano i parchi, oltre all'arretramento di 80 metri rispetto al confine (già realizzato) e il completamento, in corso d'opera, della barriera frangivento che separa il deposito dei minerali dal quartiere tarantino. Ma il cuore del progetto è la copertura dei parchi primari (quelli secondari sono a nord e sud dello stabilimento e occupano una superficie di altri 15 ettari) con otto cupole lunghe un chilometro l'una e alte oltre sessanta metri.
Un'opera mai tentata prima in nessuna acciaieria del mondo, se se esclude un impianto coreano progettato ex novo con questo genere di dispositivi aerei.
In molti si chiedono se la copertura otterrà tutte le autorizzazioni del caso, comprese quelle dei Vigili del fuoco. Una buona parte dei parchi ospitano i carbonili che emettono naturalmente ossido di carbonio e ossido di zolfo, esalazioni altamente esplosive. Molti indicano la copertura dei carbonili della centrale termoelettrica a carbone di Torrevaldaliga nord (Civitavecchia) come una delle best practice in materia.
L'attenzione dei tecnici tedeschi si è concentrata anche sui parchi secondari, almeno 15 ettari di depositi di materiale calcareo, la cui ingegnerizzazione della copertura è in una fase più avanzata. Ottenute tutte le autorizzazioni del caso, i tempi per la copertura vengono stimati all'incirca in un anno e mezzo. Ma la domanda che si rincorre è la seguente: quando si concluderà il braccio di ferro che impedisce la partenza definitiva dei lavori per ripulire l'Ilva di Taranto?
Domanda retorica, in attesa del 13 febbario, quando la Corte costituzionale prenderà in esame il conflitto di attribuzione e le relative eccezioni di incostituzionalità sollevati dalla Procura della città ionica. Da quel momento passeranno almeno una quarantina di giorni prima di un verdetto definitivo. L'ultimo, nel bene o nel male, di questa ingarbugliatissima storia italiana.
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