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Questo articolo è stato pubblicato il 04 febbraio 2013 alle ore 10:56.

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Il settore bancario, in termini di clienti, depositi e prestiti nei prossimi anni crescerà solo nei Paesi emergenti.

Lo dice l'Economist intelligence unit nel suo report «Beyond Branches - Innovations in emerging market banking» ma è anche intuitivo: nei mercati maturi, dove la quasi totalità di adulti ha un conto corrente, la crescita dipende dall'aumento della popolazione sia in termini di nascite sia di immigrati, entrambi peraltro stagnanti. In Germania, il 98% degli adulti ha un conto in banca, in Giappone il 96% e negli Usa l'88%, ma in Cina sono il 64%, in Brasile il 56% , in Russia il 48% e l'India 35 per cento.
Le banche dunque non potranno a lungo ignorare i nuovi mercati nelle loro srategie di espansione. Ma quali sono i fattori che stanno determinando la crescita dei servizi bancari e finanziari nel mondo degli emergenti? Prima di tutto, le tecnologie. Il mobile banking, cioè i servizi attraverso lo smartphone, si stanno sviluppando molto, soprattutto in Africa, dove pochi possiedono un conto ma molti hanno il cellulare. Anche la diffusione sempre maggiore di internet consente alle banche di fare operazioni ovunque. In secondo luogo, i modelli di business low cost. Gli istituti di credito devono abituarsi, nei Paesi emergenti, a servire clienti con poche disponibilità finanziarie: spesso dunque le banche hanno creato filiali "leggere" tagliando i costi, puntando molto su internet e addirittura in qualche caso, costituendo unità mobili, su camion (in India) o su battelli che viaggiano sui fiumi (in Brasile).

Negli emergenti sono molti gle esempi di finanza "leggera" ed efficiente. In Perù, per esempio, si verifica una crescita molto sostenuta del microcredito. Solo dal giugno 2011 al giugno 2012, si è verificato, secondo Asomif (l'asociaizone degli istituti di microcredito periviani) un incremento del 17% dei microprestiti, che sono più che triplicato dal '97. Una performance che si lega alla crescita dell'economia peruviana e alla capiacità del settore di darsi regole certe.
In India si punta molto su mobile banking. Bharti Airtel, il maggior operatore di telefonia mobile, un anno fa ha lanciato un servizio di portafoglio mobile, Airtel Money. È il tentativo più recente di alleanza tra istituti di credito e operatori della telefonia per cercare di diffondere servizi finanziari tra la popolazione, visto che nel Subcontinente c'è un deficit enorme nei servizi di risparmio, trasferimento e prestiti di denaro.
Altri tre Paesi dove il mobile banking sta dando i suoi frutti sono Afghanistan, Filippine e Kenya. Le carte di credito sono inesistenti in Afghanistan, dove solo il 9% di adulti ha accesso a una banca e il 70% della popolazione è analfabeta.

Ma il 60% degli afghani possiede un cellulare. E la polizia nazionale ha lanciato un progetto sperimentale di pagamento degli stipendi con il mobile banking, cosa che ha eliminato i pagamenti fanstasma a personale inesistente. Una situazione esemplare in Kenya, dove l'80% degli adulti ha un cellulare, mentre il 60% non ha un conto in una banca tradizionale. Nel Paese esiste uno dei casi maggiori di successo mondiale di mobile banking: si chiama M.Pesa. Lanciato qualche anno fa dall'operatore Safaricon, oggi conta su un impressionante numero di utenti: 14,9 milioni. Enorme successo anche per Smart Money nelle Filippine, servizio che ha 8,5 milioni di utenti e che emette anche una carta di debito e collabora con Travelex per i bonifici internazionali.

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