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Questo articolo è stato pubblicato il 07 febbraio 2013 alle ore 06:44.

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Una nuova tegola si abbatte su Alitalia dopo l'atterraggio fuori pista, sabato scorso, del volo Atr 72 della Carpatair proveniente da Pisa. Ieri la procura di Civitavecchia ha infatti deciso di aprire un altro fascicolo dopo quello avviato nei confronti dei due piloti romeni per disastro e lesioni colpose. Questa volta, però, nel mirino dei magistrati è finita l'ex compagnia di bandiera a carico della quale il procuratore Gianfranco Amendola ipotizza il reato di frode in commercio.

La decisione di avviare una nuova indagine è arrivata sulla scorta delle testimonianze raccolte dalla Polaria sul volo "incriminato". Nel corso dell'informativa, girata alla procura, i passeggeri avrebbero infatti sostenuto di aver acquistato il biglietto Pisa-Roma pensando di viaggiare su Alitalia e di aver scoperto poi, solo a bordo, che si trattava di un volo operato con piloti e personale romeno.

Alitalia respinge però le accuse ribadendo «il pieno e totale rispetto della normativa Iata nei casi di vendita di biglietti per voli operati da altri vettori aerei in regime di wet lease o di codesharing». Secondo la normativa chiamata in causa dalla compagnia (regolamento CE n.2111/2005), «al momento della prenotazione il contraente del trasporto aereo comunica ai passeggeri l'identità del vettore effettivo o dei vettori effettivi, indipendentemente dai mezzi utilizzati per fare la prenotazione». Indicazione che Alitalia sostiene di aver rispettato inserendo la dicitura «volo operato da Carpatair» nel dettaglio del biglietto. Evidentemente, però, l'informazione non è stata compresa dai passeggeri che sono stati ascoltati dalla Polaria e che hanno fornito lo spunto per aprire il secondo filone d'inchiesta.

Il nuovo troncone, va ricordato, sta viaggiando parallelamente all'indagine sull'incidente per capire cosa sia realmente accaduto sabato sera. Le scatole nere sono già al vaglio degli esperti e la loro decriptazione è affidata al maggiore Raffaele Brescia, nominato consulente dalla procura, e all'Agenzia nazionale sulla sicurezza del volo (Ansv), che ha a sua volta aperto un'inchiesta. Ci vorranno almeno una decina di giorni per decodificare quanto registrato dalle scatole nere. Come peraltro ha chiarito ieri anche il presidente dell'Ansv, Bruno Franchi. «I tempi dell'indagine non saranno brevi. Le cause di quanto accaduto non saranno individuate in pochissimo tempo. Dobbiamo ancora finire di raccogliere tutte le evidenze, gli elementi oggettivi, poi dovremo procedere alla loro analisi».

I tecnici dovranno però anche trascrivere il contenuto delle comunicazioni tra la torre di controllo e il velivolo e quelle avvenute all'interno dell'Atr. Su questo aspetto e sulla difesa del pilota - secondo il quale l'incidente sarebbe avvenuto per via di un'improvvisa raffica di vento non comunicata al velivolo - ieri è nuovamente intervenuta anche l'Enav. Che, per bocca dell'amministratore unico Massimo Garbini, ha escluso «che ci sia stato un problema legato alla comunicazione del meteo» e ha ribadito «che tutto ciò che doveva essere fornito in comunicazione, tutti i dati necessari a una buona condotta del volo sono stati forniti come sempre».
La decisione della procura di Civitavecchia è stata accolta positivamente dal Codacons che aveva segnalato il tema alla procura e all'Antitrust. Nell'esposto-denuncia depositato all'Agcm, l'associazione dei consumatori chiede che l'Authority guidata da Giovanni Pitruzzella verifichi se «a carico di Alitalia possano configurarsi fattispecie rilevanti come la truffa e la frode in commercio, nonché possibili pratiche commerciali scorrette». E a questo punto non è affatto da escludere che l'iniziativa del Codacons possa spingere l'Antitrust ad aprire un procedimento a carico della compagnia.

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