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Questo articolo è stato pubblicato il 09 febbraio 2013 alle ore 08:16.

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MILANO
I krumiri Bistefani entrano nella scuderia di Bauli. Ieri è stato firmato l'atto finale di una lunga trattativa iniziata a settembre. Alla fine il gruppo veronese diventa uno dei massimi custodi dei brand che hanno fatto la storia della pasticceria industriale: a Motta, Alemagna, Bauli, Tartufone e Doria si uniscono Buondì, Girella, Yo-Yo e Ciocorì.
Un business, panettoni, biscotti e merendine, che quest'anno, con l'acquisizione di Bistefani, dovrebbe avvicinarsi ai 500 milioni di fatturato con 1.100 addetti.
La multinazionale veneta ha acquisito anche lo stabilimento piemontese di Villanova Monferrato con 143 dipendenti. Insomma un pezzo del made in Italy che rimane nel nostro paese e che va a rafforzare un "peso medio" dell'alimentare italiano.
«Siamo orgogliosi del deal – conferma al Sole 24 Ore il presidente Alberto Bauli – e della stima che la famiglia Viale ci ha dimostrato, anche perché ci conosciamo da 30 anni. Per noi Bistefani ha un grande valore strategico: destagionalizza un business per metà legato ai prodotti da ricorrenza, un mercato che controlliamo per il 35%, soggetti a un forte calo dei consumi da tre anni e a una folle politica del sottocosto attuata dalla grande distribuzione. I margini si sono talmente assottigliati da rendere necessario un maggior orientamento verso la pasticceria di ogni giorno».
L'imprenditore veneto rifiuta di rivelare il valore dell'acquisizione, ma ammette che «i 35 milioni di debiti finanziari di Bistefani sono passati in carico al mio gruppo. Sinergie? Beh, sono rilevanti ma le valuteremo puntualmente nel tempo. Anche perché ce ne sono alcune tutte da sviluppare: per esempio, i krumiri secondo noi conservano un notevole potenziale di crescita che cercheremo di esplicitare anche grazie alla nostra rete di distribuzione».
Il gruppo Bauli snellirà la struttura produttiva piemontese? «Martedì – risponde, dribblando la domanda, Bauli – andrò a Villanova Monferrato, cercherò di tranquillizzare le maestranze. Prima di stilare il piano industriale c'è bisogno di verificare gli assetti organizzativi. E per questo ci vorranno non meno di sei mesi».
La multinazionale veneta però è una macchina collaudata che negli ultimi sei anni ha "digerito" quattro impegnative acquisizioni. E oggi presenta un livello di indebitamento accettabile per un gruppo in crescita.
I guai di Bistefani sono iniziati probabilmente con la crisi della controllante, la Luigi Viale spa, attiva anche nella grande distribuzione con l'insegna Di Meglio. La holding lo scorso ottobre ha presentato un'istanza di concordato preventivo "in continuità" al Tribunale di Casale Monferrato.
Nel 2011 Bistefani ha realizzato ricavi per 75,4 milioni, un Mol di 5,5 milioni e una perdita di 1,16 milioni. I debiti verso banche ammontano a 35 milioni e gli oneri finanziari a 1,6 milioni. Le difficoltà sono soprattutto di ordine finanziario, infatti nella sub holding Bistefani Partecipazioni i debiti salgono a una sessantina di milioni. Le banche creditrici hanno imposto la nomina del revisore Deloitte Touche di Genova.
Sul versante veneto, la holding Ruggero Bauli nell'esercizio 2011 ha realizzato ricavi consolidati per 415 milioni, un Ebitda di 35,7 milioni e un utile netto di 4,1 milioni. La posizione finanziaria netta è negativa per 96 milioni.
«Nell'ultimo bilancio – conclude Bauli – registriamo un Ebitda di 30 milioni e un cash flow di 20. Quest'anno avremo dei pagamenti di un certo rilievo ma la situazione è largamente gestibile».
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