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Questo articolo è stato pubblicato il 11 febbraio 2013 alle ore 15:07.

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La sfida del dopo elezioni sarà come evitare il declino per rilanciare la crescita del paese. È il messaggio che Giorgio Squinzi, presidente di Confindustria, invia alla politica. «Servirà un largo concorso di forze realistiche e coraggiose», ha incalzato Squinzi, ricordando che l'Italia non cresce da troppo tempo, «mentre debito pubblico e pressione fiscale crescono senza sosta».

Il presidente di Confindustria in settimana incontrerà i leader dei partiti che si presentano al voto del 24 febbraio, per sottoporre loro il documento di proposte che gli industriali hanno messo a punto (presentato in una conferenza stampa l 23 gennaio).

«In campagna elettorale si è parlato molto di schieramenti e poco di economia reale», ha sottolineato Squinzi. «Siamo profondamente convinti che sui temi contenuti nel documento si giochi il futuro dell'Italia e che su questi si debba concentrare l'agenda dei primi 100 giorni del nuovo governo per dare un sereno futuro al paese. Possiamo e dobbiamo farcela», ha aggiunto, concludendo a Milano un convegno sui pagamenti della Pubblica amministrazione.

Per Squinzi quella della burocrazia è la «madre di tutte le riforme», come ha detto già nel suo discorso di investitura, all'assemblea di maggio del 2012. E ieri è tornato su questo punto: «se non si ridimensiona drasticamente il perimetro dello Stato vedo difficile qualsiasi soluzione».

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