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Questo articolo è stato pubblicato il 17 febbraio 2013 alle ore 08:18.

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L'AQUILA
Condanne che vanno dai quattro anni a due anni e mezzo per omicidio plurimo e lesioni. Oltre a un risarcimento danni di circa due milioni di euro per i parenti. Il verdetto di I grado per il crollo della Casa dello studente – uno dei filoni più delicati della maxi-inchiesta della Procura della Repubblica dell'Aquila sugli effetti del sisma che colpì il capoluogo abruzzese il 6 aprile 2009 –, è giunto ieri nel tardo pomeriggio. Sotto le macerie dell'edificio, che non resse alla scossa delle 3.32, morirono otto studenti universitari: Luca Lunari, Marco Alviani, Luciana Capuano, Davide Centofanti, Angela Cruciano, Francesco Esposito, Hussein "Michelone" Hamade e Alessio Di Simone.
A quattro anni di reclusione sono stati condannati Bernardino Pace, Pietro Centofanti e Tancredi Rossicone, tecnici autori dei lavori di restauro del 2000 che – secondo la procura – avrebbero ulteriormente indebolito il palazzo, che già presentava vizi costruttivi quando fu eretto negli anni '60. A due anni e sei mesi è stato condannato Pietro Sebastiani, tecnico dell'azienda per il diritto agli studi universitari. I quattro condannati sono stati anche interdetti dai pubblici uffici per 5 anni. A loro toccherà, inoltre, pagare provvisionali ai parenti delle giovani vittime: il giudice, infatti, ha disposto il pagamento di 100mila euro a ciascun genitore delle vittime e di 50mila euro a ogni fratello o sorella. Numerose le parti civili a cui è stato riconosciuto un risarcimento provvisionale. Tra queste il Codacons, Cittadinanza attiva e il Comune dell'Aquila: 5mila euro ciascuno.
«Per non aver commesso il fatto» è stato invece assolto Luca D'Innocenzo, presidente dell'Adsu dell'epoca (l'azienda per il diritto allo studio), Luca Valente, che nel 2009 dell'Adsu era direttore, Massimiliano Andreassi e Carlo Giovani, tecnici autori di interventi minori. Il non luogo a procedere è stato disposto, invece, per Giorgio Gaudiano, che negli anni '80 ha acquisito la struttura da un privato per conto dell'ateneo aquilano, e Walter Navarra, che ha svolto lavori minori in passato. La sentenza accoglie così tutte le richieste della Procura.
La Casa dello studente è dunque crollata non solo per la violenza del sisma, ma soprattutto per la carente progettazione e modalità di realizzazione di una struttura costruita nel 1965 e, inoltre, per i carichi verticali aumentati nel corso della ristrutturazione del 2000, peraltro non collaudata dal tecnico dell'azienda per il diritto allo studio dell'Aquila Pietro Sebastiani.
«Questa sentenza – ha affermato il sindaco dell'Aquila Massimo Cialente – come probabilmente le altre che seguiranno per altri crolli ingiustificabili, credo abbia un valore più ampio di questa vicenda: richiama l'attenzione sugli interventi sbagliati di costruzione o ristrutturazioni».
Ieri sera alle 22.16 una forte scossa di terremoto è stata avvertita fra Lazio e Abruzzo, senza segnalazione di danni in tarda serata. L'intensità registrata è stata di 4,8 Richter, con epicentro localizzato in provincia di Frosinone.
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