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Questo articolo è stato pubblicato il 19 febbraio 2013 alle ore 06:44.

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Sda Bocconi: Expo, una sfida da 25 miliardi e valore aggiunto per 10,5

MILANO - Si regge tutto su un presupposto: se gli organizzatori dell'Expo 2015 riusciranno effettivamente a portare a Milano, tra due anni, venti milioni di visitatori, la manifestazione non andrà solo in pari tra costi e ricavi, ma genererà una produzione lorda aggiuntiva per l'Italia – tra il 2012 e il 2020 – di 25 miliardi di euro, al netto delle infrastrutture collegate e 200mila unità di lavoro in più.

È la stima di una ricerca – commissionata dalla Camera di commercio di Milano all'Università Bocconi – sulle ricadute e sull'indotto che l'Esposizione universale di Milano avrà, sulla città e sull'Italia, nell'arco di tempo che va dal 2012 al 2020. Ne è nato un modello econometrico elaborato da una squadra di analisti guidata da Alberto Dell'Acqua (docente della Sda Bocconi) – che, sulla base di alcuni presupposti è in grado di stimare gli effetti economici dell'Expo 2015 sulla ricchezza del Paese e della città, ma anche, a consuntivo, di valutare le ricadute reali in termini di Pil e occupazione.

Modello che sarà messo a disposizione del Bie per la valutazione economica anche delle future esposizioni. Dunque, 24,7 miliardi di euro di produzione aggiuntiva e 199mila persone occupate collegate direttamente o indirettamente (si tratta di unità di lavoro aggiuntive annue) che, al netto di costi e tasse, equivalgono a un valore aggiunto dell'indotto – sempre tra il 2012 e il 2020 – di 10,5 miliardi di euro. È l'effetto di vari fattori come l'atteso aumento dei consumi, l'apertura di nuove aziende e realtà commerciali, i benefici nel settore turistico-alberghiero e la rivalutazione degli immobili che sono vicini al sito espositivo.

Che le 200mila unità di lavoro si traducano in nuovi posti o meno dipende dall'andamento complessivo dell'economia, tuttavia lo studio commissionato assegna l'impatto maggiore ai flussi turistici, capaci di fruttare 9,4 miliardi di produzione aggiuntiva, 4 miliardi di valore aggiunto e circa 80mila posti di lavoro, ai quali vanno sommate 10mila unità di lavoro come effetto di lungo periodo.

È prevista, inoltre, la nascita di nuove imprese per 1,7 miliardi di produzione aggiuntiva (e circa 12.400 occupati) e un incremento degli investimenti diretti esteri per 1 miliardo di valore aggiunto (16.500 unità di lavoro).

Benefici, infine, anche per il patrimonio immobiliare (1,1 miliardo di produzione aggiuntiva e oltre 8 mila posti di lavoro) tra investimenti legati al sito Expo e rivalutazione degli immobili dell'area milanese. «Questa ricerca per le imprese, specie milanesi e lombarde – ha spiegato il presidente della Camera di commercio, Carlo Sangalli – fa capire quanto Expo rappresenti un volano per uscire dalla crisi».

La ricerca infatti – con le stime delle ricadute economiche anno per anno e per aree geografiche – sarà pronta a maggio. Ma anticiparne i dati macro a meno di 7 giorni dal voto non è stata una scelta casuale – come ha ammesso anche l'ad di Expo, Giuseppe Sala – e serve a lanciare un segnale alla politica.

«Ci sono dei filoni di lavoro – ha affermato Sala – che riguardano il territorio importanti da presidiare. Uno si chiama turismo: gli impatti positivi attesi sono intorno ai 10 miliardi ma è necessario che ci sia un'organizzazione tale che l'offerta turistica sia coerente. Il secondo si chiama lavoro: capire di che tipi di professionalità si tratta e quindi censire, ad esempio, quanti interpreti occorrono, per poi trovare un collegamento tra domanda e offerta. L'Expo avrà un impatto nazionale è il messaggio per il nuovo governatore della Regione e il futuro presidente del Consiglio».

«Sarà il primo grande evento del dopo crisi – ha detto Diana Bracco, presidente di Expo 2015 spa e commissario generale del Padiglione Italia –. L'obietivo è di rivisitare in chiave moderna il concetto di "grand tour" creando, a livello regionale, percorsi fondati sul patrimonio storico-ambientale locale e sull'enogastonomia». Quanto al Padiglione Italia, continua Diana Bracco, «sarà una straordinaria vetrina per tante piccole e medie imprese.

Attendiamo oltre 100 capi di Stato, delegazioni ufficiali, missioni economiche e incontri B2B. Sarà una piattaforma di relazioni internazionali e un formidabile strumento di comunicazione per promuovere il nostro Made in Italy, la nostra tradizione enogastronomica e il patrimonio culturale e paesaggistico».

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