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Questo articolo è stato pubblicato il 19 febbraio 2013 alle ore 21:05.

Non saranno sugli scaffali per la prossima Pasqua le uova di cioccolato della Streglio, storica azienda piemontese nel settore del cioccolato – stabilimento a None – rilevata nel 2010 da Livio Costamagna, imprenditore dell'elettronica e della domotica (amministratore delegato della V2 di Racconigi) ed ex presidente di Confapi Piemonte – e nell'autunno scorso passata nuovamente di mano, al gruppo bresciano Ghirardini.
Salvata dal fallimento dichiarato a maggio 2010, oggi la Streglio è davvero a caccia di una seconda opportunità. «La situazione trovata in azienda è critica – dice l'imprenditore Franco Ghirardini, che ha acquisito poco più di un anno anche fa il marchio Borsci mentre ha acquisito la proprietà della Streglio il 25 settembre scorso – ma l'obiettivo è avviare una ristrutturazione radicale dell'opificio, delle linee produttive e del marchio». No comment da parte della nuova proprietà su cifre, piani di rilancio e futuri investimenti, anche se ai sindacati risulta una posizione debitoria per circa 7,5 milioni e crediti vantati per 1,5 milioni.
Da qui, dunque, bisogna ripartire. La preoccupazione tra i 50 addetti è tanta. A inizio settimana c'è stata un'assemblea sindacale organizzata dalla Flai Cgil. «Al netto di una ripresa lavorativa nel mese di dicembre – spiega Alberto Revel – ad oggi la produzione è ancora ferma e non ci sarà la campagna di Pasqua. Questo ci preoccupa molto, anche perché non abbiamo notizie sul piano industriale. Abbiamo chiesto un incontro con la nuova proprietà che ci sarà la prossima settimana».
Per ora, si ragiona sulla forza di un marchio importante e sulla volontà, come ribadisce Ghirardini, «di riportare questa realtà ai livelli che davvero si merita». Quanto alla ripresa della produzione, per Ghirardini «la priorità ora è il riassetto dell'azienda, è questo che maggiormente mi preoccupa, e il riposizionamento del brand».
I cinquanta addetti della Streglio intanto sono in cassa integrazione ordinaria, ancora per tre mesi, poi toccherà passare alla deroga per gestire la situazione nei prossimi mesi.
L'azienda, nata nel 1924, sul solco della tradizione piemontese della produzione artigianale di cioccolato, è famosa oltre che i classici gianduiotti, le praline e i cremini, anche per le gelatine di frutta.
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