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Questo articolo è stato pubblicato il 19 febbraio 2013 alle ore 06:43.

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TORINO
L'Italia, nonostante il tracollo produttivo dello scorso anno, è la seconda potenza industriale d'Europa, dietro alla Germania. «Ma possiamo e dobbiamo riportare la manifattura al centro dell'Italia, con un peso che risalga al 20%», ha assicurato Vincenzo Boccia, presidente del Comitato Piccola Industria di Confindustria, presentando ieri a Torino il convegno nazionale dell'associazione che si svolgerà il 12 e 13 aprile nel capoluogo piemontese.
Una scelta non casuale, quella di Torino che - ha spiegato Boccia – è una città manifatturiera in una regione manifatturiera. E l'industria deve tornare centrale nella politica dell'Italia. D'altronde - ha ricordato il presidente di Piccola Industria –, la Gran Bretagna sta tornando al manifatturiero dopo averlo abbandonato a favore della finanza. E anche gli Stati Uniti riscoprono l'importanza dell'industria. L'Italia, invece, si è assuefatta a un declino che deve essere arrestato con una serie di interventi che spaziano dalla riduzione del carico fiscale all'accesso al credito, dalla diminuzione dei costi dell'energia alla minor incidenza della burocrazia. In pratica significano 316 milioni in cinque anni per le imprese ed il lavoro. «Per ripartire - ha precisato Licia Mattioli, presidente dell'Unione industriale di Torino - da manifattura intelligente, capace di investire, innovare, esportare».
Una manifattura che - secondo Nicolò Zumaglini, vicepresidente di Piccola industria Piemonte – ha le potenzialità per diventare la prima potenza industriale d'Europa: «Anche in Piemonte abbiamo manodopera superqualificata senza lavoro e che può rappresentare la base da cui ripartire, puntando sul rilancio delle Pmi». E Bruno Di Stasio, presidente della Piccola Industria torinese, ha sottolineato come funzioni bene un modello di collaborazione tra Pmi e aziende più forti che facciano da traino nelle reti d'impresa.
Al convegno torinese parteciperanno anche dirigenti delle associazioni industriali di Germania e Gran Bretagna ed il commissario europeo Olli Rehn.
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