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Questo articolo è stato pubblicato il 02 marzo 2013 alle ore 08:17.

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TORINO
Resta aperta la trattativa per il rinnovo del contratto collettivo in casa Fiat. Ieri un nuovoi aggiornamento: sindacati e delegazione del Lingotto si vedranno la prossima settimana, probabilmente nella prima metà della settimana.
Il contratto
Sul tavolo, ancora uno scoglio da superare nell'ambito di una trattativa che si è prolungata oltre i termini previsti – l'auspicio era di chiudere entro fine 2012 – e che ora deve chiudere il cerchio, pena una rottura che né le organizzazioni sindacali né Fiat possono permettersi.
Il nodo su cui non si è ancora trovato un accordo riguarda sostanzialmente la decorrenza degli aumenti sui minimi salariali. E cioè i 40 euro mensili che saranno riconosciuti agli 86mila addetti del Lingotto: la richiesta delle parti sociali è che vengano riconosciuti dal mese di gennaio, la proposta della Fiat è che si parta da marzo. La condizione che potrebbe permettere la chiusura dell'accordo è il riconoscimento degli aumenti a partire dal mese di febbraio. Oppure la definizione di un bonus per recuperare in busta paga i due mesi. Ma il passaggio, a questo punto, non è scontato. «Nel periodo della trattativa – sintetizza Ferdinando Uliano, segretario nazionale Fim Cisl – siamo riusciti a fare passi avanti sugli aumenti salariali, abbiamo trovato una soluzione sul premio di competitività che ne ha portato un incremento, garantendo il vantaggio in termini di defiscalizzazione, l'incidenza sul tfr e l'esclusione di una serie assenze, come ricoveri e maternità obbligatoria, nel meccanismo di computo orario. Ora rimane l'aspetto della decorrenza degli aumenti, sul quale è per noi fondamentale trovare una soluzione». Gli altri elementi per l'intesa, aggiunge Eros Panicali, della Uilm, ci sono tutti, «compresa la certezza di concordare i contenuti salariali relativi al biennio 2014-2015 nei prossimi mesi».
Chiuso il capitolo rinnovo del Contratto collettivo per il 2013, infatti, già ad aprile si dovrebbe tornare al tavolo per definire gli ambiti normativi attinenti agli altri aspetti inseriti nella piattaforma sindacale di luglio scorso (attinenti prevalentemente all'organizzazione del lavoro, orari di lavoro, permessi, ecc.) mentre entro ottobre si dovrebbe avviare la contrattazione sulla parte economica per il biennio prossimo. «Resta comunque la volontà da parte di tutti di raggiungere un accordo al più presto» ribadisce il segretario nazionale dell'Ugl Metalmeccanici, Antonio D'Anolfo, che ricorda l'accordo raggiunto sul welfare aziendale che prevede, dal primo gennaio scorso, l'iscrizione di tutti i dipendenti Fiat e Fiat Industrial al fondo sanitario Fasif. «Un risultato importante per quanto riguarda l'assistenza sanitaria integrativa – spiega – che consente a tutti i lavoratori di avere gratuitamente un pacchetto base». Parla di una pausa di riflessione il segretario Fismic, Roberto Di Maulo, ma si dice ottimista: «Abbiamo superato – spiega – ostacoli più ardui».
Pomigliano
Da ieri è entrata in vigore la nuova organizzazione a Pomigliano, con il superamento della newco Fabbrica Italia Pom igliano (Fip) e il passaggio di tutti gli addetti dello stabilimento Giambattista Vico sotto le insegne di Fiat Group Automobiles. Compresi, naturalmente, i 19 addetti della Fiom tornati a lavoro il 4 febbraio scorso, ma senza una mansione assegnata. Un passaggio delicato, che aveva creato un nuovo momento di tensione tra i metalmeccanici della Cgil e il Lingotto.
Ieri comunque i 19 sono stati convocati e, nell'ambito della nuova organizzazione aziendale, sono stati messi in cassa integrazione. Il nuovo accordo sulle modalità di attuazione della cig sottoscritto dai sindacati e dal Lingotto il mese scorso, prevede la suddivisione dello stabilimento in tre aree di lavoro e stabilisce che, sul totale dei 4.500 addetti di Pomigliano, ruoteranno in cassa integrazione straordinaria per il prossimo anno – fino al 31 marzo 2014 – circa 2mila dipendenti (di cui 1.800 operai) su circa 600 posizioni.
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