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Questo articolo è stato pubblicato il 05 marzo 2013 alle ore 06:43.

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MILANO
Dopo l'accordo raggiunto nei mesi scorsi – con solo quattro giorni di trattative – per il nuovo contratto nazionale della chimica farmaceutica c'è ora anche il sigillo formale. Ieri, a Milano, Federchimica e Farmindustria, insieme con tutte le componenti sindacali di settore, hanno infatti firmato il contratto valido dal 2013 al 2015. E la sigla ufficiale è stata accompagnata da una novità: il progetto per la costituzione di una scuola di relazioni industriali settoriale.
Un'iniziativa quest'ultima, sottolineano da Federchimica e Farmindustria, pensata per migliorare, ma anche per non disperdere, le competenze esistenti e il modus operandi che hanno portato alla chiusura del contratto in tempi record, lo scorso settembre: tre mesi prima della scadenza naturale di dicembre. Una chiusura su cui senza dubbio avrà pesato anche l'andamento positivo, in particolare del settore chimico, che ha chiuso il 2012 con una valore della produzione di 52,3 miliardi di euro nel 2012: +1,9% in valore e +0,6% in volume. Dall'altra parte la farmaceutica ha chiuso il 2012 con un valore di produzione pari a 25 miliardi: sostanzialmente stabile rispetto al 2011, ma con un decremento dell'8% solo a dicembre, per il quale Farmindustria punta con decisione l'indice contro la spending review targata Monti (si veda l'articolo pubblicato accanto).
Per Federchimica come per Farmindustria, sarebbe però riduttivo legare l'innovazione di tempi e modi del contratto – che riguarda oltre 180mila lavoratori e circa 3mila imprese – solo con l'andamento tutto sommato positivo dei settori. Il merito viene dato innanzitutto all'approccio culturale delle parti, grazie al quale al rinnovo del contratto si è iniziato a lavorare da giugno 2011. Un approccio quindi da conservare e, anzi, da implementare proprio con la futura scuola di relazioni industriali settoriale. «Si tratta di un progetto – spiega Luigi Mansi, vicepresidente di Federchimica – nel quale crediamo e che potrà avere riflessi positivi anche sulla produttività. Faremo il possibile per renderlo operativo già dal prossimo anno». Concorde Antonio Messina, delegato per le relazioni industriali di Farmindustria: «La costituenda scuola perfezionerà il costante confronto con i sindacati».
Insomma, la scuola del futuro dovrà essere in grado di far sedere a uno stesso tavolo parti con know how e sensibilità comuni in grado di generare il miglior utilizzo della contrattazione aziendale, che è un punto saliente già di questo nuovo contratto con il quale, ha spiegato Emilio Miceli, segretario di Filctem Cgil «abbiamo posto le basi per una buona e stabile occupazione». Per Sergio Gigli (Femca Cisl) «le scelte del rinnovo contrattuale hanno responsabilizzato gli attori sociali aziendali». Di «atto di fiducia tra le parti», parla dal canto suo Paolo Pirani (Uiltec-Uil).
Il nuovo contratto si presenta con un poker di punti forti: esigibilità, flessibilità, produttività e occupabilità. Sul primo tema è chiaro che un livello di relazioni industriali come quello attuale già dà garanzie, che la scuola potrebbe aiutare a conservare o migliorare, sulla certezza delle regole e la loro applicazione. La flessibilità è un aspetto trasversale che si basa sull'importanza della formazione. Sul fronte produttività è rilevante la possibilità – necessariamente legata all'accordo aziendale – di posticipare fino a sei mesi l'erogazione delle tranche di aumento dei minimi contrattuali (a regime è previsto un incremento salariale mensile di 148 euro) in caso di start up o crisi aziendali.
Riguardo all'occupabilità, per le assunzioni dei giovani con contratto a tempo indeterminato sarà possibile derogare, con un abbattimento del minimo contrattuale fino al 20% e fino a 3 anni. C'è poi un'altra opportunità data dall'ampliamento del contratto di apprendistato. Qualora non possa esserci assunzione con l'attuale tipologia di apprendistato (per esempio per limiti d'età) si potranno prevedere intese modificative che consentano all'azienda di poter comunque beneficiare delle agevolazioni previste, fermo restando l'impegno a formare il giovane.
Un ulteriore punto chiave sta nel "Progetto ponte": il lavoratore senior, che si avvia all'uscita dall'azienda, riducendo il proprio carico di lavoro consente il subentro di una risorsa junior. In questo modo il lavoratore in uscita assume, per un tempo determinato e in part-time, il potenziale ruolo di tutor. L'auspicio delle parti, ora, è che le istituzioni incentivino con risorse adeguate.
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01
Produttività
Si può posticipare fino a sei mesi l'erogazione delle tranche di aumento in caso di crisi aziendali

LE NOVITÀ NORMATIVE
02
Patto generazionale
Spazio ai giovani in cambio della disponibilità di lavoratori over di passare da full time a part time
03
Il welfare
Viene ridotto a sei mesi il periodo di assunzione dopo il quale si può aderire al fondo Faschim

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