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Questo articolo è stato pubblicato il 05 marzo 2013 alle ore 06:43.

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ROMA
La deroga ci sarà, come da richiesta, per 25 anni. A determinate condizioni, però, e in modo da assicurare l'accesso di terzi al gasdotto per almeno il 50% della capacità massima di 20 miliardi di metri cubi l'anno. È questa la quadratura contenuta nel parere preliminare predisposto dall'Autorità italiana per l'energia e dai regolatori greco e albanese in risposta alla domanda di esenzione sul Tap, il progetto che vuole portare il gas azero dal maxi-giacimento di Shah Deniz alle coste italiane passando per Grecia e Albania.
Il parere offre quindi una sponda a chi è già sceso in campo per la costruzione del gasdotto - Statoil (42,5%), Axpo (l'ex Egl, 42,5%) ed E.On Ruhrgas (15%), che potranno così beneficiare di uno "schermo" parziale per ammortizzare l'investimento - ma punta, ovviamente, anche ad assicurare l'accesso al gas di operatori terzi (a tariffe allineate ai costi), salvaguardando in ogni caso l'indipendenza del Tap come operatore del sistema di trasmissione. Senza però scordare, come chiariscono l'authority presieduta da Guido Bortoni e i colleghi, che Tap opererà come gestore indipendente per tutta la durata della deroga, al termine della quale sarà implementato il modello dell'ownership unbundling (cioè la separazione della proprietà della produzione di energia dalla rete di trasporto).
Il parere è stato già trasmesso al ministero dello Sviluppo. Per Grecia e Albania è sufficiente l'indicazione dei due regolatori, mentre per l'Italia è il dicastero di Via Veneto a essere chiamato in causa e a dover mettere nero su bianco, in un decreto ad hoc, la sua posizione sulla deroga aggiungendo, se necessarie, altre condizioni volte a garantire la piena concorrenza nell'accesso al Tap rispetto al mercato italiano. Proprio ieri, a margine di un convegno, il ministro Corrado Passera è tornato sul progetto per ricordare «che fa parte di una strategia di lungo termine per diversificare le fonti e le provenienze del gas».
Per il decreto del ministero ci vorranno alcune settimane, ma si punta a chiudere entro marzo. Poi il testimone passerà alla commissione europea cui spetta l'ultima parola sulla deroga al gasdotto, per il quale c'è l'interesse di Enel che sta valutando una sua partecipazione. Bruxelles potrebbe recepire l'indicazione degli Stati senza modifiche oppure chiedere ulteriori delucidazioni. In quest'ultimo caso, avrà due mesi di tempo dalla notifica della decisione per eventuali ragguagli prima del verdetto finale.
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