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Questo articolo è stato pubblicato il 08 marzo 2013 alle ore 06:43.

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REGGIO CALABRIA
La data esatta non c'è ancora ma secondo alcune ipotesi sul tappeto il Comitato portuale di Gioia Tauro in provincia di Reggio Calabria potrebbe tornare a riunirsi tra un paio di settimane. All'ordine del giorno la concessione demaniale sui 46 ettari dell'area portuale su cui sorgerà il rigassificatore della Lng Medgas che a metà febbraio ha ottenuto il via libera definitivo con il decreto interministeriale. Un impianto di rigassificazione da 12 miliardi di metri cubi l'anno, con un investimento ipotizzato di circa un miliardo che dovrebbe essere pronto entro la fine del 2017. Appuntamento che l'azienda creata da Sorgenia e Iren intende rispettare.
Certo è che dopo il rinvio dell'altroieri causato da tafferugli e proteste violente organizzate da un fronte di opposizione che va dalla sinistra dei centri sociali ai grillini, per il prossimo appuntamento del Comitato portuale saranno prese contromisure per evitare problemi di ordine pubblico. Intanto non è ancora certa la sede in cui si riunirà il comitato portuale: secondo alcune ipotesi potrebbe essere, addirittura, la prefettura di Reggio Calabria. È comunque presto per dirlo, come spiega il presidente dell'Autorità portuale di Gioia Tauro Giovanni Grimaldi: «Valuterò insieme al prefetto e al questore di Reggio Calabria quale possa essere la soluzione più sicura».
Anche perché la concessione demaniale non ha nulla a che vedere con una valutazione sulla realizzazione dell'opera: si tratta di un atto dovuto i cui tempi di rilascio sono già stati stabiliti per legge. Non esprimersi in materia significherebbe per il Comitato portuale essere sostituito da un commissario ad acta. Quale possa essere la volontà del Governo è presto detto. Ieri ne ha parlato il sottosegretario allo Sviluppo economico, Claudio De Vincenti, il quale si è detto «fiducioso che le forze politiche saranno in grado di valutare con attenzione gli interessi generali. Le infrastrutture energetiche, in particolare i rigassificatori, sono essenziali. Per garantire la differenziazione delle fonti di approvvigionamento e quindi la sicurezza energetica del Paese». Tema ribadito anche dal ministro per l'Ambiente Corrado Clini: «I rigassificatori hanno una funzione non tanto per aumentare la quantità di gas quanto per la sicurezza della fornitura. Il rischio è di rimanere vincolati alla Russia, all'Algeria e alla Libia». E ha aggiunto: una fornitura che se si ferma rischia di mettere l'Italia in chiara difficoltà. I rigassificatori aggiuntivi che hanno completato le procedure di autorizzazione sono tre: a Livorno, Gioia Tauro e Porto Empedocle. E rispettano i criteri di sicurezza». A Trieste, dove il rigassificatore aveva ottenuto l'autorizzazione nel 2009 «ho chiesto una riapertura dell'istruttoria che è in corso per accertare la sicurezza in ambito portuale» ha detto Clini.
N. Am.
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