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Questo articolo è stato pubblicato il 19 marzo 2013 alle ore 13:23.

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Dal gennaio 2011 aziende e società cinesi di 20 provincie e di alcune regioni amministrative possono effettuare investimenti diretti all'estero in yuan con il sostegno delle filiali di banche cinesi ad Hong Kong che possono ottenere fondi in yuan dalla madrepatria per finanziare tali investimenti. Nell'agosto del 2011 la possibilità di effettuare tali investimenti diretti all'estero è stata ampliata all'intero territorio nazionale. È sempre del 2011 il Regolamento che permette ai non residenti di effettuare investimenti diretti con i fondi in yuan reperiti off-shore.

A dicembre dello stesso anno, è stato lanciato un programma pilota che permette agli investitori istituzionali qualificati (Rqfii, Renminbi Qualified Foreign Institutional Investors) di investire i fondi reperiti in renminbi off-shore nel mercato del reddito fisso e azionario della Cina continentale. La China Securities Regulatory Commission (Csrc) ha recentemente annunciato le nuove norme su tale programma (Rqfii) mantenendo Hong stato Kong come centro finanziario internazionale e sviluppando ulteriormente il business offshore in renminbi a Hong Kong. Le norme chiariscono la gamma degli investimenti e semplificano i documenti per la candidatura a Renminbi Qualified Foreign Institutional Investor.

L'utilizzo della valuta cinese porta numerosi vantaggi per le operazioni di import-export con la Cina tra i quali una riduzione dei costi di fornitura, una maggiore trasparenza dei prezzi che possono essere calcolati senza le spese di cambio e l'ottimizzazione delle condizioni di pagamento ai fornitori. Restano, però, le limitazioni nel regime dei cambi che stanno gradualmente diminuendo. Tali provvedimenti sono riconducibili a un processo di internazionalizzazione del renminbi che vede la creazione di pool di renminbi per il momento principalmente ad Hong Kong e Macao, ma con evidenti piani di graduale espansione che il governo sta portando avanti.

Il programma di liberalizzazione dei cambi si è recentemente espresso nella circolare n. 59/2012 della State Administration of Foreign Exchange cinese (Safe), che il 19 novembre 2012 ha deferito alle banche la verifica preliminare per alcune delle conversioni valutarie prima riservata al Safe. Il processo di internazionalizzazione della valuta è invece riconducibile a una politica condotta dal governo attraverso una serie di misure che vede in primo piano il lancio del programma pilota per il regolamento degli scambi commerciali con l'estero in renminbi che ha preso avvio nel 2009. Tale programma, che ha trovato in una prima fase applicazione solamente per le cinque città di Shanghai, Guangzhou, Shenzen, Zhuhai e Dongguan e per gli scambi commerciali dei residenti cinesi con Hong Kong, Macao e i paesi Asean, ha poi esteso la propria operatività, includendo da un lato 20 province e città, dall'altro gli scambi con il resto del mondo.

Il programma ha trovato applicazione all'intero paese dalla seconda metà del 2011 e da un anno a questa parte la People's Bank of China ne ha esteso l'applicazione a tutte le imprese esportatrici. A partire dal 2010, le Banche centrali estere, le banche di clearing di Hong Kong e Macao e le istituzioni finanziarie estere autorizzate possono investire nel mercato interbancario cinese dei titoli obbligazionari. A tali misure va ricondotta la nascita di strumenti finanziari in renminbi emessi ad Hong Kong, in particolare titoli obbligazionari, i cosiddetti Dim Sum Bonds.

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