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Questo articolo è stato pubblicato il 22 marzo 2013 alle ore 06:43.

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MILANO.
Non c'è solo l'arretrato "monstre" di quasi 80 miliardi della Pubblica amministrazione ad appesantire la crisi di liquidità delle imprese. Numerose aziende infatti sono in attesa - molte anche da quattro anni - di ricevere i fondi stanziati dal programma Industria 2015. Con un'aggravante non di poco conto: chi ha azzardato l'anticipo bancario su quanto doveva percepire dal programma del ministero dello Sviluppo economico, oggi rischia la richiesta di rientro immediato.
Con disegno di legge varato il 22 settembre 2006, recepito nella legge Finanziaria 2007, il ministero dava avvio al programma Industria 2015 con cui stabiliva le linee strategiche per lo sviluppo e la competitività del sistema manifatturiero italiano. Tre gli strumenti attuativi: la creazione delle Reti di impresa; la finanza innovativa; la nascita dei progetti di innovazione industriale.
Oltre che sulle Reti, è su questa ultima voce che si focalizza buona parte dell'attenzione delle aziende, che vedono la possibilità di finanziare progetti di ricerca e innovazione indispensabili per aumentare la competitività.
«Era un programma molto interessante – spiega Fabrizio Ferrari, presidente della Piccola industria di Confindustria Genova – ma nelle imprese c'era un po' di titubanza iniziale, anche perché era prevista la formazione di consorzi di imprese per realizzare i progetti. Ma la mossa del ministero di nominare capoprogetti manager del Calibro di Pistorio (Stm) e Michellone (Fiat) ci spianò la strada. Tanto è vero che in pochi mesi, rispetto alla media italiana, arrivarono valutazioni e graduatorie dei progetti».
La partenza sul piede giusto si ferma però quasi subito. «Le aziende hanno cominciato a lavorare – aggiunge Ferrari – e si affronta l'aspetto finanziario, con una sorpresa che ha dell'incredibile: il ministero prepara un apposito modulo necessario per la richiesta di una fidejussione bancaria da parte delle imprese impegnate nello sviluppo del progetto. Un testo farraginoso, in cui non erano nemmeno indicati i limiti di validità. Il risultato è stato che tutte le banche non hanno accettato come valido quel documento. Le anticipazioni quindi sono state concesse come normali prestiti bancari. E oggi molte aziende segnalano che le banche si stanno muovendo per rientrare delle somme erogate». Solo a Genova le aziende impegnate con Industria 2015 aspettano dal ministero 28 milioni, di cui otto per le piccole e medie imprese.
Sulla fidejussione si è incagliata anche la Bmr Genomics di Padova, spin off nel 2006 dell'Università che si occupa di analisi nella genomica, nella genetica e nella biologia molecolare. «Abbiamo partecipato ai bandi sulla ricerca di Industria 2015 con due progetti – dice Barbara Simionato – per un valore di 1,2 milioni, uno nel 2008, uno nel 2011. A un certo punto abbiamo avuto un problema di liquidità per sostenere i progetti, ma le banche non hanno accolto la nostra richiesta perché le condizioni poste dal testo ministeriale non erano assolutamente chiare. Ci siamo mossi allora con le nostre gambe. Una pietra di paragone? Il primo novembre abbiamo partecipato a un bando europeo e quasi subito ci sono arrivati 34mila euro di anticipo sul valore del progetto».
Con le proprie gambe ha camminato anche Infineon Technologies Italia, tra i leader italiani nella microelettronica nell'automotive e che fa riferimento all'omonimo gruppo tedesco. «Grazie alla nostra liquidità abbiamo affrontato un progetto da 2,5 milioni, in consorzio con altre aziende. Siamo in attesa di 980mila euro dal ministero e intanto li abbiamo detratti dai nostri costi, con apprezzamento da parte della casa madre».
Significativa l'analisi dell'Unione europea sull'applicazione di Industria 2015: «Un flop sotto il profilo delle spese, anche a causa della generale stretta creditizia. Le procedure amministrative collegate a Industria 2015 hanno poi comportato un notevole dispendio di tempo con partnership partecipare speso da 20-25 attori».
roberto.iotti@ilsole24ore.com

I numeri di un flop
5 I progetti di intervento Energia, mobilità, life science, made in Italy e hi-tech per la cultura
28 milioni I fondi arretrati Finanziamenti attesi dal sistema industriale genovese
4 Gli anni di attesa Molte aziende aspettano i fondi da inizio dei progetti nel 2009
1.067 Le richieste avanzate Numero di domande presentate per i programmi di innovazione

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