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Questo articolo è stato pubblicato il 23 marzo 2013 alle ore 13:16.
CERNOBBIO - Imprenditori e commercianti temono che la crisi economica e la recessione alimentino la criminalità e vedono crescere la propria sensazione di insicurezza. L'indagine condotta dal Censis e Confcommercio, presentata in occasione del Forum di Cernobbio, indica che l'83% degli imprenditori ritiene che la recessione abbia acuito i fenomeni di criminalità. Tra i reati ritenuti in aumento emergono il furto e il taccheggio, in aumento per l'80% degli imprenditori, le truffe e i raggiri (64%), scippi (45%), danneggiamenti (41%) e rapine (36%).
Alcuni reati, rileva la ricerca, non solo crescono, ma, secondo la percezione degli imprenditori, sono gia' diffusi sul territorio.
Quasi la totalita' delle imprese segnala la presenza di casi di truffe, raggiri, taccheggio e furti.
Nelle valutazioni degli imprenditori, si sottolinea nella ricerca, non solo aumentano le forme piu' tradizionali di criminalita', ma anche le situazioni di disagio sociale. Per il 70% sono aumentati i casi di furti compiuti da persone in evidente stato di difficolta' economiche, per il 63% e' in crescita la vendita di prodotti contraffatti, per il 58% è in aumento la presenza di delinquenti comuni e per il 52% crescono i cambi frequenti di titolari di attivita' imprenditoriali che possono far pensare ad attivita' non sempre regolari.
Come reagire? Dagli imprenditori emerge una richiesta di maggiore presidio del territorio da parte delle istituzioni. A parte la richiesta di pene certe (74%) e di una giustizia piu' veloce (70%), piu' della meta' del campione considera prioritaria una maggiore collaborazione tra le stesse imprese e le istituzioni per affrontare i problemi della sicurezza. Giustizia più veloce è anche una priorità per Michele Vietti, vicepresidente del Csm, che indica nella attuali norme sulla prescrizione il limite principale. "L'avvio del processo non blocca il tempo della prescrizione - chiarisce - e questo manda in fumo ogni anno 140.000 procedimenti. E' un sistema perverso e che non ha paragoni nel mondo, una corsa a ostacoli in cui vince chi arriva ultimo, perché ritardando il più possibile alla fine blocca tutto. Eliminando questo vincolo, saranno le stesse parti a chiedere di accelerare, perché a quel punto verrebbe meno l'incentivo alla dilatazione dei tempi".
Per Vietti il sistema va modificato, prevedendo tempi certi per ciascuna fase del processo, con la possibilità di sanzionare i giudici che non rispettano queste scadenze. "La legge anti-corruzione è un piccolo miracolo del ministro Severino, viste le condizioni di divisione politica in cui è maturata. Ma non capisco le critiche per le pene troppo lievi su alcune fattispecie di reato: in realtà il problema non è questa legge, ma come detto, l'intero impianto della prescrizione".
Una legge promossa, almeno per la parte amministrativa, dal presidente della Corte dei Conti Luigi Giampaolino, che elogia in particolare la "fase due", cioè l'adozione quasi integrale di tutti i decreti delegati per l'applicazione concreta della norma.
Sui temi di cronaca, in relazione alla lettera di Sandro Bondi per protestare sulla mancata concessione degli arresti domiciliari ad Angelo Rizzoli, in precarie condizioni di salute, Vietti si è detto certo della «sensibilità» della magistratura.
"Il Csm - ha detto Vietti - non ha la competenza di intervenire direttamente nelle vicende giudiziarie in corso, però sono certo che tutti i magistrati competenti a occuparsene avranno la sensbilità di tener conto delle reali condizioni in cui si trova Rizzoli". Quanto alla manifestazione odierna del Pdl, Vietti "fino a prova contraria" prende sul serio le dichiarazioni degli organizzatori, che hanno parlato di un appuntamento di solidarietà al presidente Berlusconi e di solidarietà all'Italia per le difficili condizioni che stiamo vivendo. Ed è per questo che Vietti si augura "che da questa manifestazione siano banditi i toni polemici nei confronti dei magistrati e sui temi della giustizia. Perchè - ha aggiunto - la difficile contingenza che stiamo vivendo rende necessario un grande senso di responsabilità da parte di tutti e un grande concorso per determinare situazioni di stabilità: la politica sta lavorando per fare un Governo di cui il Paese ha assolutamente bisogno e, quindi, di tutto sentiamo l'esigenza tranne che di polemiche".
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