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Questo articolo è stato pubblicato il 23 marzo 2013 alle ore 08:17.

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CERNOBBIO - «Un ritorno alle urne sarebbe drammatico, serve subito un Governo, l'economia reale lo chiede con forza». Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio, non potrebbe essere più esplicito. Del resto gli ultimi numeri presentati al 14esimo forum Confcommercio-Ambrosetti di Cernobbio lasciano pochi dubbi sulla gravità del momento, con un prodotto interno lordo visto in caduta dell'1,7%, consumi nazionali in calo ancora più marcato, una media di 615 nuovi poveri al giorno. L'analisi, più pessimista rispetto alle nuove stime espresse giovedì dal Governo, rivede drasticamente al ribasso le indicazioni di appena cinque mesi fa e per Sangalli è arrivato il momento di agire «perché non si può scherzare con il fuoco, non c'è tempo da perdere».

Il messaggio è chiaro, con la richiesta a tutte le forze politiche di tirare fuori «un supplemento di impegno e responsabilità mantenendo le promesse fatte in campagna elettorale». «La politica cambi – scandisce Sangalli – e si assuma la responsabilità del cambiamento dando al Paese un Governo». I dati in effetti non lasciano spazio a esitazioni, con la previsione per il 2013 di un'ulteriore caduta del 2,4% per la domanda interna, un calo di oltre tre punti per gli investimenti, un reddito disponibile in discesa di quasi il 2% anche per effetto della maggiore pressione fiscale, salita al 53,6% in termini "legali" (cioè sul reddito dichiarato), quasi un punto in più rispetto al 2012. Per Sangalli la ricetta è chiara: serve subito un programma essenziale di Governo che affronti i temi dell'etica pubblica e del rinnovamento delle istituzioni, che spinga la Ue a dare impulso alla crescita ma che agisca soprattutto in modo robusto per contrastare la recessione. Azione da effettuare su più fronti, dal pagamento dei debiti della Pa (cambiando però il provvedimento attuale perché giudicato non tempestivo) alla revisione del patto di stabilità interno per consentire nuovi investimenti; dalla riduzione della pressione fiscale con una rigorosa spending review al contrasto all'evasione.

Cruciale è poi il rilancio della domanda interna, con un prodotto lordo crollato di oltre 100 miliardi da fine 2007 a oggi, emorragia che sale però a 140 miliardi escludendo le esportazioni nette. Sangalli chiede dunque di «cestinare» qualsiasi ipotesi di aumento dell'Iva e di rilanciare invece su semplificazione, credito alle imprese e fisco più equo. «L'export è importante – spiega Sangalli – ma senza una più robusta domanda per investimenti e consumi l'uscita dal tunnel della crisi resta un miraggio: ricordo che in cinque anni il reddito disponibile pro-capite si è ridotto di 2.600 euro».

Situazione aggravata della crescente disoccupazione, raddoppiata in Italia in cinque anni, mentre la Germania compiva un percorso inverso. Drammatico il confronto tra i due paesi, con Berlino che con una popolazione superiore alla nostra del 30% ha però quasi il quadruplo di occupati tra 15 e 24 anni, anche se in termini di ore lavorate per dipendente l'Italia è davanti. Un dramma, quello della mancanza di lavoro, che per Confcommercio rischia ora di creare una situazione esplosiva anche dal punto di vista sociale, con la possibilità che nel 2013 il numero di persone in povertà assoluta cresca fino a oltre 4 milioni di unità, quasi il doppio rispetto al 2006. Lo studio presentato sintetizza i rischi per la coesione sociale con un aggiornamento dell'indice di miseria, inserendo nel calcolo non solo inflazione e tasso di disoccupazione ma anche cassa integrazione e "scoraggiati", cioè le fasce più deboli e quelle a rischio. Indice che ha raggiunto il massimo alla fine dello scorso anno ed è raddoppiato in cinque anni: guardando alle persone entrate nella fascia di disagio assoluto dal 2006 a oggi abbiamo avuto in Italia 615 nuovi poveri al giorno. Confcommercio, che ancora cinque mesi fa prevedeva un calo del Pil 2013 limitato allo 0,8%, identifica nella frenata ulteriore un rischio maggiore rispetto al passato perché la riduzione si innesta in una situazione già di estremo disagio. «Siamo al tornante più pericoloso della storia repubblicana – spiega Sangalli – e questo è il momento del "fare". La politica si assuma adesso, superando ogni divisione, la responsabilità di dare al Paese un Governo in grado di rispondere all'emergenza economica e di preservare la coesione sociale».

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