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Questo articolo è stato pubblicato il 28 marzo 2013 alle ore 10:53.

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È proprio il caso di dire: la Cina dei primati. In procinto di diventare la prima economia del mondo, si appresta anche ad acquisire molto presto (forse già nel 2013) il primato di leader dell'e-commerce a livello globale: tanto che le ricerche più accreditate prevedono per il 2015 un controvalore dell'e-commerce cinese pari a oltre i 300 miliardi di dollari (contro i 177 miliardi del 2012).

Potrebbe apparire come un dato sorprendente ma così non è. La popolazione di internauti dell'ex impero di mezzo è già la più importante al mondo: oltre 500 milioni; di questi, 240 milioni effettuano con sistematicità acquisti online.

Quali le ragioni di questo boom, che fa impallidire la vecchia Europa. Molteplici direi. In primo luogo, occorre considerare che non ha alcun senso parlare di "nuovi media" ai mandarini: sono infatti "rinati economicamente" proprio in corrispondenza dell'avvento, su larga scala, di Internet e della telefonia cellulare; in qualche modo possono quindi essere considerati alla stregua di nativi digitali. È, in secondo luogo, opportuno rilevare che i consumatori delle città della Cina interna - quelle che crescono ancora oggi ad un ritmo del 15% annuo, per intenderci - non hanno la possibilità di acquistare in punti vendita all'altezza delle loro aspettative. Per questo motivo vedono nell'e-commerce una opportunità. Vi è infine da rilevare che spesso i siti di e-commerce cinesi offrono un livello di servizio superiore rispetto ai tradizionali "store"; la presenza di contenuti multimediali e di consigli e commenti di consumatori rendono l'esperienza online più efficace rispetto alla visita nel tradizionale negozio, ove - come noto - il personale cinese appare spesso impreparato e comunque non all'altezza delle aspettative.

Il boom del commercio elettronico rappresenta quindi, indubbiamente, una formidabile opportunità anche per le imprese italiane, che possono e devono cercare di valorizzare i propri prodotti attraverso progetti di e-business. Occorre tuttavia intraprende una via cinese all'e-commerce: iniziative sviluppate in altre aree del globo non sono infatti efficaci nell'ex impero di mezzo. Lo dimostrano i mezzi fallimenti di Amazon, Google e eBay che hanno approcciato la Cina come se fosse gli Stati Uniti. Le nostre imprese si devono invece rendere conto della assoluta necessità di un approccio di adattamento locale. È fondamentale proporre una piattaforma che tenga conto della cultura collettivista cinese: ovvero del fatto che il parere di altri è fondamentale nell'orientare il processo decisionale di un individuo. È in secondo luogo determinante la rapidità da un punto di vista decisionale: anche a livello di e-commerce, tutto cambia molto velocemente e le nostre imprese devono essere in grado di riorientarsi rapidamente. È infine importante considerare l'opportunità di associarsi a un partnership cinese.

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