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Questo articolo è stato pubblicato il 28 marzo 2013 alle ore 15:08.

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La crisi non risparmia nessuno nel mercato del lavoro: aumentano disoccupati ed inattivi anche tra gli immigrati, mentre si stabilizza la domanda da parte delle imprese. Nel terzo trimestre 2012 aumentano «in misura molto significativa» gli stranieri in cerca di lavoro: sono 318mila rispetto ai 264mila del terzo trimestre 2011. Questi 58mila disoccupati in più sono di provenienza soprattutto extra europea (circa 48mila).

È questa la fotografia scattata dal rapporto curato dalla direzione generale dell'immigrazione del ministero del Lavoro che rileva negli anni della crisi anche un consistente aumento degli stranieri inattivi tra i 15 e i 65 anni, passati da 765mila del terzo trimestre 2008 a 1,25 milioni del terzo trimestre del 2012; anche in questo caso la crescita riguarda in prevalenza gli stranieri extra Ue (+370mila lavoratori). Altro dato rilevante: dall'analisi delle comunicazioni obbligatorie emerge che la domanda di lavoratori stranieri si è stabilizzata. Nel terzo trimestre del 2012 gli avviamenti sono stati il 20,6% del totale, «in linea con i valori rilevati nello stesso trimestre dell'anno precedente» e «maggiori di un punto percentuale rispetto allo stesso trimestre del 2010».
Cresce anche il numero di stranieri occupati in Italia: nel terzo trimestre sono 2,357 milioni, di cui 783mila di nazionalità Ue e 1,574 milioni di origine extracomunitaria, pari al 10,2% degli occupati. Rispetto al terzo trimestre del 2011 tra gli stranieri si registrano 81mila occupati in più (+3,5%), con un aumento di 37mila lavoratori di provenienza Ue (+4,9%) e 44mila extra europea(+2,8%).

«I due fenomeni sono solo apparentemente contraddittori – spiega il direttore generale Immigrazione del ministero del Lavoro, Natale Forlani –, perchè da un lato pur rallentando in modo consistente, l'occupazione tra gli immigrati cresce. Dall'altro tra gli stranieri aumenta anche la forza lavoro in cerca di un'occupazione, che finisce per ingrossare il numero di disoccupati. Per la prima volta in Italia assistiamo ad un'offerta di lavoro inferiore alla domanda, ciò provoca un incremento dei disoccupati e degli inattivi che sarà una costante per i prossimi anni». Si prevedono ricadute sulle politiche dell'immigrazione? «Ritengo sia finita la stagione della programmazione dei decreti sui flussi – continua Forlani –. Bisogna puntare su ingressi selezionati di lavoratori altamente specializzati e concentrarsi sulle politiche attive per dare opportunità di reinserimento agli immigrati che perdono il lavoro».

Guardando al ciclo della crisi economica, tra il 3° trimestre 2008 e il 3° trimestre 2012, il rapporto evidenzia come gli occupati stranieri in Italia siano aumentati di 480 mila unità, a fronte di un calo di 1,04 milioni di occupati italiani. L'incremento dell'occupazione straniera nel quadriennio è stato significativo sia per la componente Ue, cresciuta di 222mila unità (+39,7%), sia per quella extracomunitaria aumentata di 259mila occupati (+19,7%), «anche se nell'ultimo anno la crescita si è notevolmente ridotta». È nei servizi sociali ed alle persone che si concentra il 28% degli occupati stranieri, in prevalenza donne. In controtendenza rispetto agli altri settori «il comparto dei servizi alla persona continua a manifestare una domanda nettamente in crescita».

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