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Questo articolo è stato pubblicato il 17 aprile 2013 alle ore 14:39.

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Pharmintech 2013 parte col piede giusto. La promessa è di un 2013 a tutta crescita e l'attenzione del comparto è puntata sulla fiera che aprirà i battenti la settimana prossima a Bologna, vista come il probabile acceleratore della svolta che le aziende dell'indotto avvertono come imminente.
Accompagnata da un successo crescente negli anni, considerata la più qualificata vetrina europea dell'indotto farmaceutico, sede di incontro e di scambio per tutte le principali aziende internazionali del settore, Pharmintech inaugura l'edizione 2013 con la benedizione del sold out: un tutto esauito che fa ben sperare.
«Abbiamo riempito tutti gli spazi. Di questi tempi è una notizia importante visto che anche le manifestazioni fieristiche stanno avendo vento contrario. È segno che il settore gode buona salute», dice soddisfatto Guido Corbella, amministratore delegato Pharmintech Srl.
E i numeri sono di tutto rispetto: 315 espositori provenienti da 17 Paesi, su una superficie di circa 7mila metri quadri. Due padiglioni zeppi di prodotti, apparecchiature e servizi di altissima specializzazione rivolta a tutti coloro che si occupano di produzione farmaceutica.

«Per una manifestazione di nicchia come questa è un autentico successo - prosegue l'Ad.- I protagonisti principali sono i rappresentanti del packaging farmaceutico, settore in cui l'Italia detiene una leadership indiscussa a livello mondiale: nel panorama espositivo spiccano tutte le grandi aziende della packaging valley bolognese ed emiliana, tutti i colossi del comparto».
Decollata nel 2004 come fiera del made in Italy del settore e trasformatasi nel giro di pochi anni nell'appuntamento specifico più importante a livello europeo, Pharmintech si arricchisce in questa edizione anche di una sostanziosa presenza internazionale, a conferma dei dati che vedono nell'export il principale motore del comparto. Oltre il 30% degli espositori proviene dall'estero e le delegazioni straniere invitate da Pharmintech in collaborazione con ministero Sviluppo Economico e Ice, sono oltre 60 e parlano tutte le lingue del globo.

Sulla crescente internazionalizzazione della manifestazione insiste anche Roberto Kerkoc, presidente Pharmintech srl. «Avremo delegazioni provenienti da 11 Paesi diversi: ci sarà una delegazione cinese,una americana estremamente importante. E poi Argentitina, Brasile, India, Corea, Messico, Sud Africa, Iran, Medio Oriente: tutti i grandi Paesi emergenti saranno presenti alla fiera. Uno stand enorme all'interno dei padiglioni sarà il punto d'incontro tra le aziende produttrici e i rappresentanti del mercati emergenti». «Tra le iniziative di forte richiamo è in programma un importante convegno dedicato all'anti contraffazione farmaceutica – conclude Kerkoc – e i 40 delegati cinesi hanno chiesto di partecipare all'appuntamento».
I pronostici parlano di almeno 5mila visiatori: un numero elevato per una fiera di nicchia pronta ad alzare il sipario non solo sull'eccellenza della produzione bolognese, ma su tutto il meglio della tecnologia europea e mondiale del settore, nel corso della farmaweek dettata dalla parziale contiguità e coincidenza con un secondo importante appuntamento per la filiera farmaceutica: Cosmofarma, allo starter dal 19 aprile. Una coicidenza che Pharmintech punta a replicare nell'edizione 2016.

A testimoniare la convergenza di interessi sull'appuntamento anche la partecipazione di Farmindustria, che proprio in fiera, giovedì prossimo, organizza il convegno «Produzione di valore. L'industria del farmaco: un patrimonio che l'Italia non può perdere», nuovo appuntamento del tour promosso dall'associazione delle aziende farmaceutiche attive in Italia.
«Questo appuntamento per noi ha un duplice significato – spiega Massimo Scaccabarozzi, presidente Farmindustria –. L'industria farmaceutica produce un valore importante che è la salute e la cura dei malati e lo produce con una presenza industriale che ha un'importanza sia nell'economia del Paese che nell'economia regionale. Ed è solo grazie a questa forte presenza industriale che riusciamo ancora a stare in piedi: basta vedere i dati export». «Questo è un valore che il Paese non deve perdere: la presenza dell'industria vada tutelata – prosegue Scaccabarozzi – . Per questo stiamo andando nelle diverse Regioni: perché si lascino da parte i pregiudizi e si prenda coscienza del fatto che il farmaco produce anche valore per tutti gli indicatori di performance economica importanti per la crescita del Paese».
Per il tour farmindustriale, avviato in Toscana e destinato a proseguire nel 2013 anche in Lombardia, Lazio, Sicilia e Veneto, la tappa emiliana ha un sapore particolare. «Qui, come in altre Regioni – conclude il presidente Farmindustria – abbiamo grandi imprese italiane e multinazionali e grandi insediamenti produttivi. In più abbiamo ancora uno dei pochi centri di ricerca rimasti in Italia che è quello di Chiesi, che continua imperterrito a investire in ricerca nel nostro Paese. Mentre probabilmente otterrebbe più riconoscimenti altrove».
S. Tod.

I NUMERI

315
Gli espositori
provenienti da 17 Paesi.Oltre il 30% degli espositori viene dall'estero e le delegazioni straniere sono oltre 60.

7mila
I metri quadri di supeficie.

2
I padiglioni
pieni di prodotti, apparecchiature e servizi rivolti a coloro che si occupano di produzione farmaceutica.

2004
L'anno del debutto
come fiera del made in Italy del settore e trasformatasi nel giro di pochi anni nell'appuntamento specifico più importante a livello europeo.

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