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Questo articolo è stato pubblicato il 23 aprile 2013 alle ore 06:44.

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FIRENZE
È un piano industriale che punta a rilanciare la produzione e il marchio Richard Ginori, quello che Gucci ufficializzerà oggi a Milano. Il gruppo toscano del lusso, che attraverso una controllata il 26 marzo ha presentato un'offerta d'acquisto irrevocabile per l'azienda di porcellane nata nel 1735 e dichiarata fallita tre mesi fa, s'è aggiudicato la gara indetta dal Tribunale di Firenze, dove non sono arrivate offerte alternative alla scadenza del bando pubblico, entro le 12 di ieri.
L'unica busta aperta è stata dunque quella di Gucci, che contiene l'impegno già annunciato a versare 13 milioni e a reimpiegare 230 dipendenti su 305. Per gli altri 75 si aprirà una trattativa. Da oggi scatta infatti il periodo di 25 giorni dedicato alle consultazioni sindacali, con l'obiettivo di arrivare a un accordo, in assenza del quale decadrebbe anche l'offerta di Gucci. Il closing dell'operazione è atteso per il 22 maggio.
«Cercheremo di minimizzare l'impatto sociale della riorganizzazione», commenta Bernardo Marasco, segretario Filctem-Cgil di Firenze. «È comunque positivo - aggiunge - che ci troviamo finalmente davanti a un progetto industriale, dopo tanti fallimenti legati a interessi di rendita finanziaria o immobiliare su Richard Ginori».
Con l'ingresso in campo di Gucci, la partita torna sul terreno della produzione e del mercato. «Il nostro obiettivo è il rilancio dello storico marchio fiorentino, sinonimo di qualità, artigianalità e made in Italy, gli stessi valori alla base del successo del marchio Gucci», spiega una nota del gruppo controllato dalla francese Ppr (che il 18 luglio cambierà nome in Kering). «Alla luce di questi obiettivi strategici, Gucci intende investire in un programma industriale per sostenere i piani produttivi, oltre che supportare Richard Ginori nei processi d'innovazione, ricerca e sviluppo - continua il comunicato - anche attraverso la valorizzazione, la formazione e il mantenimento delle qualificate risorse umane già presenti in azienda».
Patrizio di Marco, presidente e amministratore delegato di Gucci, racconterà i contenuti del piano oggi in conferenza stampa e spiegherà come intende sviluppare le sinergie (soprattutto distributive) tra i due brand. Il manager, convinto assertore dell'importanza del legame con il territorio, confermerà il valore strategico del Museo Richard Ginori a Doccia, quartiere a Nord-Ovest del capoluogo toscano, e il ruolo irrinunciabile della sede di Sesto Fiorentino, 130mila metri quadrati con un affitto in scadenza nel dicembre 2016, di proprietà della Ginori real estate in liquidazione, che fa capo per il 50% a un gruppo d'immobiliaristi locali e per l'altro 50% al fallimento Richard Ginori (su questa quota Gucci ha chiesto un diritto d'opzione, tra le condizioni della sua offerta).
Il gruppo della doppia "G" punta a rilanciare l'attività produttiva ferma dall'estate scorsa e non vuole scherzi sul fronte immobiliare.
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