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Questo articolo è stato pubblicato il 26 aprile 2013 alle ore 09:00.
L'ultima modifica è del 26 aprile 2013 alle ore 06:48.

TRIESTE. Dopo lo stop di aprile del ministero dell'Ambiente al terminal on shore di Zaule, sulla terraferma triestina, lo staff di Corrado Clini ha chiuso la porta al progetto del rigassificatore di metano liquido proposto dalla compagnia energetica spagnola Endesa (rilevata, per la parte italiana, dalla tedesca E.On) nel golfo di Trieste e in mare aperto, a 19 chilometri a ovest del capoluogo friulano, lì dove l'acqua è profonda 24 metri.

Si fermano, nell'Adriatico nord-orientale, due tra i progetti più ambiziosi relativi al ciclo di trasporto del gas naturale. D'altra parte, entrambi i piani hanno trovato la ferma opposizione di parte delle istituzioni e degli ambientalisti; contro quello terrestre (presentato dalla società spagnola Gas Natural Fenosa: nel vallone di Zaule, area ex Esso di Trieste: un terminal con una capacità di 300mila metri cubi di metano liquefatto) si era mosso il governo sloveno, che mesi fa aveva minacciato di ricorrere alla Corte di giustizia europea. Anche per questo, Clini aveva sospeso la valutazione di impatto ambientale.

Quanto invece al piano per l'impianto offshore, un decreto ministeriale precisa le motivazioni per le quali la Via non può essere concessa: il "quadro informativo" è carente; e mancano al proponente le autorizzazioni (del Viminale) previste dell'art.19 del D. Lgs. 334/1999 (c.d. "Seveso bis"), espresse sulla base di potenziali pericolosità dell'impianto; occorre un'ordinanza del ministero dei Trasporti relativa alla sicurezza della navigazione; va definita, infine, una safety zone «correlata al rischio di incidente» all'interno del la struttura «ma i cui effetti si possono ripercuotere all'esterno».

A proposito del l'area di sicurezza, secondo il decreto «comporta una nuova definizione dello schema di separazione del canale di traffico» e un «restringimento di tutte le navi in uscita dal golfo di Trieste»; inoltre, si chiarisce che «la safety zone non potrà assolutamente estendersi all'interno dei mari territoriali della Repubblica di Slovenia e di quella di Croazia», in quanto nell'area saranno vietati sia la pesca che l'ancoraggio e lo stazionamento delle navi in attesa. D'altra parte, per il ministero è chiaro che un piano del genere deve essere visto in un ambito più vasto, assieme a progetti simili in corso in Slovenia e in Croazia; pertanto Clini ha scritto una lettera al ministro sloveno dell'Ambiente e dell'Agricoltura Dejan Zidan, per ricordare che bisogna «considerare le problematiche ambientali dell'Alto Adriatico in un contesto unitario e allargato, che tenga conto anche della necessità di approvvigionamento e di diversificazione energetica dei Paesi rivieraschi».

Comunque sia, secondo Clini «allo stato degli atti non è rilasciabile la Valutazione di impatto ambientale in quanto non sono disponibili i dati relativi all'estensione della zona di sicurezza attorno al rigassificatore, come le cosiddetta safety zone, la separation zone e il corridoio di sicurezza, anche in relazione con le direttive dell'Imo, l'International maritime organization». A questo proposito, Clini fa l'esempio di un impianto analogo, quello realizzato negli anni scorsi al largo del delta del Po di fronte a Porto Levante (Rovigo), per il quale la Capitaneria di porto di Chioggia ha stabilito sulla base delle direttive Imo prescrizioni di sicurezza che - se applicate al progetto offshore di Trieste - «avrebbero impatti significativi sul traffico portuale di Trieste e sulle acque territoriali dei Paesi vicini».

D'altra parte, si tratta di un progetto di vaste proporzioni: il metano liquido, una volta scaricato dalle navi, dovrebbe essere stoccato in due serbatoi (grandi contenitori isolati termicamente) della capacità netta di 160mila metri cubi ciascuno, equivalenti, nel complesso a 192miliardi di litri di gas. Il gas dovrebbe essere convogliato alla rete nazionale dei gasdotti attraverso un metanodotto di collegamento con la rete nazionale costituito da una condotta sottomarina della lunghezza di circa 12 km, dal Terminale alla costa e da una condotta a terra della lunghezza di circa 19 km.
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