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Questo articolo è stato pubblicato il 29 aprile 2013 alle ore 11:00.

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Da un lato c'è l'opportunità delle grandi opere infrastrutturali, terreno di gioco per i nostri big delle costruzioni. Dall'altro c'è l'offerta di partenariati a tutto campo, dall'agroalimentare all'automotive. Una formula più adatta alle medie e piccole imprese, in cui l'Italia mette il know how e l'Algeria invece mette il mercato: quello interno, ma anche quello più ampio dell'area mediterranea, per il quale si presta a fare da piattaforma produttiva.

È un doppio binario, quello che le imprese italiane possono imboccare in direzione del Paese nordafricano. Una realtà che è stata investita solo marginalmente dalla "Primavera araba", che quest'anno promette di crescere a un ritmo del 3,8% e verso cui le nostre esportazioni l'anno scorso hanno segnato un consistente aumento del 25 per cento.
Il massiccio piano di investimenti pubblici infrastrutturali può contare sull'aumento del prezzo internazionale dei prodotti energetici. Dei progetti in cantiere - dalle ferrovie ai trasporti pubblici metropolitani, dai porti alle autostrade, fino all'edilizia residenziale - e delle opportunità per le imprese italiane si era già parlato a fine gennaio, durante la missione in Algeria del viceministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Mario Ciaccia.
Della corsia preferenziale offerta alle aziende italiane che cercano un partner algerino, invece, si è discusso più recentemente a Roma, dove i vertici di Confindustria e dell'Ice hanno incontrato il ministro dell'Industria algerino, Cherif Rahmani, insieme ai direttori della Banca per lo sviluppo nazionale (Bdl) e dei Grandi progetti industriali del ministero dell'Industria stesso.
Soddisfatto dell'incontro Vincenzo Boccia, vicepresidente di Confindustria e presidente Piccola industria Confindustria: «Il modello dell'investimento attraverso le partnership consente alle imprese algerine di crescere avendo accesso al know how delle nostre aziende. Per noi, invece, costituisce una via d'accesso al mercato algerino, e più in generale a quello mediterraneo, dove i consumi sono in crescita. Inoltre la Banca per lo sviluppo nazionale algerina si è detta disponibile a mettere sul piatto dei fondi, attraverso il finanziamento delle imprese locali che entreranno nelle partnership».

Dalle autorità algerine Boccia si aspetta però alcune garanzie: «Chiediamo che l'eccesso di burocrazia sia frenato – spiega – e che gli accordi di partnership che vengono sollecitati siano anche tutelati». Sullo sfondo, il tema della sicurezza: il terrorismo islamico minaccia alcune zone del Paese e si è mostrato capace di colpire anche i siti produttivi, come è successo al campo petrolifero di In Amenas a gennaio.
Confindustria riconosce che il governo algerino sta compiendo sforzi significativi per promuovere la nascita di piccole aziende locali e vede dunque positivamente la possibilità di sviluppo di ulteriori partnership e investimenti italiani nei prossimi anni.
Al fine di contribuire a questo processo il presidente Giorgio Squinzi, nel corso di un incontro privato a margine del convegno, ha proposto al ministro Rahmani di realizzare insieme un'agenda di partenariato su progetti specifici di interesse per il Paese - dall'agroalimentare allo smart greed per le energie rinnovabili, da piccole opere infrastrutturali a microinterventi ambientali - cui potrebbero seguire visite mirate nel Paese con delegazioni ad hoc.
Il percorso della semplificazione burocratica e normativa per chi investe in Algeria è già cominciato. Si va dall'accorciamento dei tempi per l'immatricolazione di una società al registro del commercio (occorrono al massimo 48 ore) agli sgravi fiscali. Tra gli ultimi provvedimenti presi dal governo di Algeri, lo scorso dicembre, c'è la direttiva per alleggerire le procedure bancarie e in materia di concessione di crediti d'investimento a favore delle piccole e medie imprese.

Le disposizioni riguardano la decentralizzazione delle procedure bancarie e prevedono la riduzione della documentazione richiesta per l'apertura di conti bancari, nonché quella dei termini di trattamento del dossier di credito, che non deve superare le 48 ore a livello di agenzia bancaria.
Opportunità per le imprese italiane potranno arrivare, infine, dall'imminente lancio delle gare d'appalto per la nascita di 42 nuovi parchi industriali, che dovranno essere allestiti a partire dal 2014.

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