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Questo articolo è stato pubblicato il 01 maggio 2013 alle ore 10:50.

Cechov, una città a 50 km da Mosca, chiamata così perché lo scrittore russo amava questi luoghi. Nascerà qui quello che è già stato battezzato "Gate Italia", una porta d'ingresso per accompagnare l'arrivo e i primi passi delle merci italiane da distribuire in Russia, minimizzando per loro rischi e costi. Un'iniziativa concreta annunciata in occasione della "trasformazione" del gruppo Gim-Unimpresa in Confindustria Russia, un'"antenna" che si ripromette di promuovere e difendere gli interessi delle imprese italiane in Russia con ancora maggior forza.
«L'idea di un centro logistico italiano - racconta Vittorio Torrembini, presidente di Confindustria Russia - è nata dal lavoro quotidiano con gli associati: uno dei motivi che limita la nostra presenza commerciale in questo Paese è la carenza di infrastrutture, e il loro costo». Come sa bene chi si vede bloccare regolarmente i carichi nei depositi doganali russi: «Sul fronte dell'internazionalizzazione delle imprese - continua Torrembini -, il nostro progetto vuole rispondere alla necessità del sistema Italia di avere strutture destinate al nostro business». Il mercato russo, tra quelli più incoraggianti per l'export italiano anche in un momento difficile, merita lo sforzo.
Il progetto ha messo gli occhi su Cechov perché qui - a un bosco di distanza dalla città - è già pienamente operativa una struttura di transito controllata e gestita temporaneamente da Unicredit attraverso la partecipata russa, una delle principali realtà distributive vicino a Mosca: un'area di 450mila metri quadrati, più di 60mila metri quadrati di magazzini, un terminale auto con 16mila posti - tra i clienti attuali Chevrolet e Opel - e la possibilità di ampliare la capacità, fino a comprendere un magazzino per il freddo e un punto doganale per facilitare il flusso delle merci, traguardo ultimo dell'iniziativa sul quale sono in corso trattative con le dogane russe. «Il centro ha tutte le caratteristiche che ci servono - spiega Torrembini - e Unicredit lo mette a disposizione per una cooperazione d'acquisto». Un'iniziativa di mercato senza precedenti, che parte da privati pur prevedendo una partnership privato/pubblico, attraverso un coinvolgimento iniziale come strumento operativo di Simest - la società nata per sostenere le imprese italiane nel processo di internazionalizzazione - per il tempo necessario a individuare gli investitori interessati.
I progetti di ampliamento potrebbero estendere il polo ad attività paralogistiche, in base alle necessità delle aziende che abbiano bisogno di basi per l'assemblamento e il confezionamento dei prodotti da distribuire nel Paese. L'hub potrebbe continuare anche sulla strada in cui è maggiormente coinvolto ora, il settore dell'automotive che caratterizzerà anche in futuro questa regione, dove si stabilizzerà General Motors. Luigi Dante, project manager del polo logistico, ne illustra le prospettive: «Entro un paio di mesi contiamo, con i vertici di Unicredit, di presentare l'iniziativa agli imprenditori italiani, per poi costituire una società di scopo con il gruppo di investitori che farà partire il progetto». In cui Unicredit potrebbe mantenere una piccola pertecipazione, segno del suo contributo anche in futuro. L'obiettivo è far partire la società entro fine anno.
I primi interlocutori saranno le società italiane di logistica, le grandi e medie imprese esportatrici, ma l'ingresso nel capitale sociale è aperto a tutti. Anche se è cruciale individuare uno sponsor per l'operazione, un grande investitore industriale. Il responsabile del progetto immagina un'attenzione particolare sul fronte automobilistico, accennando a un interesse del gruppo Fiat, ma il polo si rivolgerà anche a imprese di piccola e media grandezza. «Pensiamo - spiega Luigi Dante - di mettere insieme operatori di diverso tipo: qui ci sono spazi sia per depositi che per capannoni industriali, destinati all'assemblaggio». Unicredit potrebbe mantenere una piccola partecipazione alla società, segno della volontà di mantenere un contributo anche in futuro.
«Questo è un esempio pratico per le imprese che vogliono essere competitive all'estero, e per cui la logistica è un fattore fondamentale di competitività», osserva Edoardo Garrone, venuto a Cechov per portare la "benedizione" di Confindustria Italia al progetto in qualità di presidente del Comitato tecnico per l'ambiente e l'internazionalizzazione. Per l'hub, Luigi Dante stima un investimento di 100 milioni di euro.
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