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Questo articolo è stato pubblicato il 01 maggio 2013 alle ore 06:46.

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ROMA
Si chiude la lunga fase di transizione dell'Agenzia Ice per il commercio estero. Dal 2 aprile è operativa la nuova organizzazione della rete estera e ieri il consiglio di amministrazione ha approvato il piano promozionale che prevede circa 82 milioni di euro per 283 iniziative in programma fino a giugno 2014 e ha deliberato il menu dei servizi disponibili alle imprese.
A marzo per la prima volta ha iniziato a traballare la fiducia nell'export verso i Paesi extra Ue, diminuito dell'1,3% su base annua, e anche questo è un segnale da tenere in considerazione nell'impostare le politiche per l'internazionalizzazione dei prossimi anni. Nel prossimo triennio l'export mondiale è previsto in crescita dagli 11,6 miliardi del 2011 ai 16,2 miliardi del 2015. «Ma per salire sul treno bisogna scegliere bene gli obiettivi» dice Riccardo Monti, presidente dell'Ice.
«La riorganizzazione della rete – spiega il direttore dell'Agenzia, Roberto Luongo – risponde all'esigenza di presidiare nuove aree ad alto potenziale, come l'Africa subsahariana, o valorizzare alcune sedi rispetto ad altro, ad esempio Miami rispetto ad Atlanta per intercettare un certo tipo di clientela attenta al lifestyle italiano». La vecchia rete era articolata in (61) uffici e 31 punti di corrispondenza (dove lavora personale locale). La nuova è invece composta da 65 sedi e 14 punti. Tra gli uffici entrano Zurigo, Bogotà, Luanda (Angola), Addis Abeba (Etiopia), Maputo (Mozambico), Lagos (Nigeria).
La nuova rete sarà il terreno di gioco per il piano promozionale che arriva fino al giugno del 2014 ed è stato messo a punto insieme agli altri membri della cabina di regia per l'internazionalizzazione. Ci sono a disposizione 38 milioni che derivano ancora dal vecchio piano 2012 (23,5 di fondi pubblici, di cui 4,8 per il partenariato, e 14,3 di contributo privato) e per il 2013 44,6 milioni (28,3 di fondi pubblici, di cui 4,5 per il partenariato, e 16,3 di contributo privato). Complessivamente, dunque, circa 82 milioni per le azioni di promozione nel 2013, concentrati per tre quarti in 10 Paesi. In Cina si prevede un quinto dell'intervento, in tutti i Brics il 35%, nei Paesi emergenti dell'Asia il 29%. Resta solido il presidio nei principali mercati maturi, con Usa e Giappone (rispettivamente 16,8% e 5%). Tra i settori del made in Italy, spiccano meccanica-elettronica-chimica-tecnologie ambientali con il 31% delle risorse previste dal piano, il sistema moda con il 23,7%, il sistema casa con il 10,3 per cento.
Il pacchetto è articolato in 50 progetti di filiera e 283 iniziative promozionali, con l'attesa di 14mila partecipanti italiani, 10mila partecipanti esteri e 18mila incontri. Nel dettaglio, ci sono tra l'altro in programma 111 fiere-mostre, 4 missioni imprenditoriali, 30 seminari-workshop, 32 "incoming" presso fiere e distretti industriali. Lunedì intanto parte la prima missione di sistema dalla rinascita dell'Agenzia, organizzata in Indonesia dai ministeri dello Sviluppo e degli Affari esteri con i membri della cabina di regia (Confindustria, Abi, Unioncamere, Rete Imprese Italia e Alleanza cooperative italiane). «Parteciperanno 45 aziende, un centinaio di delegati e 10 banche – spiega Monti – l'Indonesia è il Paese più popoloso dell'area Asean e quello a più alta potenzialità, sia per il nostro export sia per opportunità di attrarre investimenti, tema che sarà al centro di un seminario specifico durante la missione».
@CFotina
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