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Questo articolo è stato pubblicato il 02 maggio 2013 alle ore 18:28.

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(Corbis)(Corbis)

L'Italia resta nella lista nera dei Paesi ad alto tasso pirateria. L'Office of the United States Trade Representative (USTR) - in sostanza l'ufficio della Casa Bianca che si occupa delle materie legate al commercio - ha bocciato ancora una volta il nostro Paese nel suo annuale "Special 301", la relazione sulla adeguatezza e l'efficacia delle azioni sulla proprietà intellettuale da parte dei partner commerciali degli Stati Uniti.

L'Italia è inserita nella watch list: il terzo livello di pericolosità, insieme con Barbados, Bielorussia, Bolivia, Brasile, Bulgaria, Canada, Colombia, Costa Rica, Repubblica Dominicana, Ecuador, Egitto, Finlandia, Greecia, Guatemala, Israele, Jamaica, Kuwait, Libano, Messico, Paraguay, Peru, Filippine, Romania, Tajikistan, Trinidad e Tobago, Turchia, Turkmenistan, Uzbekistan, Vietnam. Un gradino più su ci sono Algeria, Argentina, Cile, Cina, India, Indonesia, Pakistan, Russia, Thailandia, Venezuela. Il record negativo della pericolosità sul fronte della pirateria digitale spetta all'Ucraina.

Per quanto riguarda l'Italia, gli Usa rimproverano «lo stallo» nel «progetto di regolamentazione» che aveva «compiuto progressi nel 2011 e all'inizio del 2012». Gli Stati Uniti, si legge a pagina 50 della relazione, nel passaggio dedicato in maniera specifica all'Italia, attendono che il progetto di regolamentazione arrivi a una soluzione finale e incoraggiano «ad adottare ulteriori misure per ridurre significativamente i ritardi» con i quali si arriva a mettere la parola fine nei contenziosi in sede giudiziaria.

Una stoccata dunque al nostro Paese, in tema di tutela della proprietà intellettuale, che arriva a qualche giorno di distanza dal convegno "La tutela della proprietà intellettuale in ambito digitale: scenari e prospettive", organizzata lo scorso 23 maggio da
AmCham Italy, con il patrocinio del Consolato Usa e della Provincia di Milano. In quell'occasione il console Kyle Scott ha indicato in un range compreso fra i 3,5 e i 7 miliardi di euro in Italia il giro di affari della pirateria e non ha usato giri di parole per dire che «dal punto di vista legislativo, nonostante gli sforzi del governo italiano in quest'ambito e il progresso che esso ha intrapreso nella protezione e nell'applicazione dei diritti della proprietà intellettuale, ad oggi l'Italia è uno dei pochi paesi avanzati a non essersi ancora dotato di un regolamento contro la pirateria digitale». Chiara la conclusione del suo discorso: «La lotta alla contraffazione e alla pirateria rimane per noi un'alta priorità, perché diminuendo i casi di pirateria in Italia, contribuiamo a migliorare le relazioni commerciali tra i due Paesi».

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