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Questo articolo è stato pubblicato il 10 maggio 2013 alle ore 06:48.

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CAORSO (PIACENZA) - Ten, ten, give me ten. Sold! La cantilena del battitore, rigorosamente in inglese, è come un rap incessante. Lo scavatore New Holland "passa" a 10mila euro, dopo un acceso confronto e parecchi rilanci in sala. «Perché vengo qui? Perché in Spagna e Italia c'è crisi, i prezzi sono più bassi e molte macchine quasi nuove».

Genon, commerciante belga, sintetizza il mood della platea presente all'asta, una delle cinque organizzate quest'anno da Ritchie Bros in Italia, capace ieri di vendere beni per 12 milioni di euro. Davanti ai battitori 600 persone, quasi altrettante collegate via web da tutto il mondo, con l'obiettivo di fare l'affare e portarsi a casa prodotti di valore a buon mercato. Il piazzale a Caorso è sterminato, il catalogo che lo illustra è spesso un centinaio di pagine, in vendita 1.095 articoli tra macchinari da movimento terra, macchine agricole, schiacciasassi, mezzi di trasporto e beni strumentali di ogni tipo. «Mi lasci andare, vado a fare un'offerta», ci chiede Ainouk, rivenditore libanese di ruspe. Ha messo gli occhi su uno scavatore da 50mila euro, l'idea è comprare qui in Italia, a buon prezzo, per poi rivendere nei paesi arabi. «Eh sì, qui le macchine hanno lavorato poco – ci racconta Ruud Kromenhock – l'effetto dei fallimenti si fa sentire». Oggi l'imprenditore olandese comprerà una decina di mezzi, investendo 350mila euro e proverà a rivenderli in Russia e Lituania. A Caorso va in scena l'altra faccia della crisi, che di questi tempi è in gran parte il carburante che alimenta il piazzale di Ritchie Bros, colosso canadese da 3,9 miliardi di ricavi nel mondo e 68 milioni in Italia, per quasi un terzo derivanti da beni legati a fallimenti e concordati.

«È uno dei motivi per cui i prezzi scendono – racconta Giulio Borelli – ad della ditta edile Fondamenta, impegnata nei lavori per le metropolitane milanesi e l'Expo - è la terza volta che vengo qui a comprare, oggi penso di investire 100mila euro». Corrado, imprenditore modenese, osserva una gigantesca macchina da cava, lunga oltre dieci metri. «A prenderla nuova non ci penso proprio – spiega – ma questa ha solo 700 ore di lavoro, qualche anno fa era impensabile vedere macchine così poco utilizzate ma ora va così». Poco distante Lebon, commerciante senegalese, scruta il catalogo alla ricerca di occasioni. «Noi abbiamo i cinesi in casa – ci racconta – se voglio vendere qualcosa nel mio paese devo comprarlo a buon mercato».

«Sixtyone, sixtyone, tell me sixtytwo, Sold!». Mentre giriamo per il piazzale il battitore ha già venduto beni per 900mila euro. Ora passa la mano, lui può reggere solo 45 minuti. Il Paese, chissà.

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