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Questo articolo è stato pubblicato il 11 maggio 2013 alle ore 08:25.

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ROMA
Enel e sindacati degli elettrici hanno raggiunto un'intesa sulla gestione degli esuberi che poggia su pensionamenti anticipati di lavoratori anziani e sull'assunzione di giovani, un vero e proprio patto intergenerazionale.
L'accordo tra Enel, Filctem-Cgil, Flaei-Cisl e Uiltec, prevede di accompagnare alla pensione anticipata fino ad un massimo di 3.500 dipendenti, con adesioni su base volontaria tra i 36mila lavoratori del gruppo in Italia. Queste eccedenze di personale sono una conseguenza della grave crisi economica che ha avuto forti ripercussioni anche sul settore elettrico che nel 2012 ha fatto registrare un calo della domanda di consumi del 2,8%, accompagnato da una caduta della produzione termoelettrica del 6,3%. Per incentivare l'esodo dei più anziani le parti hanno deciso di non ricorrere ai tradizionali ammortizzatori sociali – che comportano una penalizzazione economica per i lavoratori e gravano sulla collettività - ma di applicare una novità contenuta nella legge 92/2012. L'articolo 4 prevede che, in presenza di un accordo sindacale, il datore di lavoro si impegni a corrispondere ai lavoratori una prestazione di importo pari al trattamento di pensione che spetterebbe, ed a corrispondere all'Inps la contribuzione fino al raggiungimento dei requisiti minimi per il pensionamento nei quattro anni successivi alla cessazione del rapporto di lavoro. In sostanza gli oneri dei prepensionamenti gravano sull'Enel che dovrà presentare una domanda all'Inps, accompagnata dalla presentazione di una fideiussione bancaria.
L'accordo prevede l'adesione volontaria dei dipendenti, che potranno esprimere il proprio interesse entro il 31 agosto. L'esodo sarà incentivato dall'Enel che si farà carico delle penalizzazioni previste dalla legislazione per chi va in pensione anticipata di vecchiaia prima dei 62 anni, erogando alcune mensilità aggiuntive a seconda del periodo temporale necessario a maturare i requisiti pensionistici, per alleggerire il differenziale retributivo. Chi aderirà al piano, inoltre, potrà continuare a fruire dell'assistenza sanitaria integrativa e delle misure di valorizzazione della previdenza integrativa previste per i dipendenti fino a 65 anni di età.
L'uscita degli anziani favorirà il ricambio generazionale, dal momento che sono previste 1.500 assunzioni nel biennio da effettuare con l'apprendistato professionalizzante per coprire i posti lasciati vacanti. Nuove opportunità occupazionali, inoltre, potranno essere create dall'attivazione di percorsi formativi, a carico dell'Enel, in segmenti di business inovativi come l'efficienza energetica, il fotovoltaico. Azienda e sindacati hanno anche sottoscritto l'intesa sul premio di risultato, pari mediamente a 535 euro che sarà versato a fine mese.
Soddisfatti i sindacati che entro il 7 giugno termineranno le consultazioni dei lavoratori. «L'accordo ripara i guasti della legge Fornero – afferma Emilio Miceli (Filctem) – con un'interpretazione inequivoca sulla gestione volontaria dei processi di mobilità. I lavoratori a cui il ministro Fornero aveva irresponsabilmente bloccato lo sbocco verso la pensione, ora invece possono accedervi, naturalmente se lo vorranno». Carlo De Masi (Flaei) sottolinea «lo scambio intergenerazionale» contenuto nell'intesa che «da un lato agevola le fuoriuscite e dall'altro favorisce i nuovi occupati in Enel». Paolo Pirani (Uitec) sottolinea che «è la prima intesa in Italia che riesce a gestire situazioni di esubero di personale senza il ricorso a cassa integrazione e mobilità e, soprattutto, senza imporre ai lavoratori la scelta sul proprio futuro».
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