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Questo articolo è stato pubblicato il 11 maggio 2013 alle ore 08:24.

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TARANTO
Piena attuazione dell'Autorizzazione integrata ambientale rilasciata all'Ilva e maggiori risorse per la bonifica dell'area di Taranto: sono le due richieste che le istituzioni locali hanno avanzato ieri a Roma, nel corso di incontri singoli, al nuovo ministro dell'Ambiente, Andrea Orlando. Che ha convocato separatamente il prefetto di Taranto, il presidente della Regione Puglia, il sindaco e il presidente della Provincia di Taranto, e il presidente dell'Autorità portuale. Per il ministro si è trattato della prima presa di contatto col problema dell'Ilva e quindi, affermano gli esponenti istituzionali, «ha voluto soprattutto ascoltare per capire e valutare».
«L'Ilva non avrebbe futuro se non applicasse integralmente l'Aia» evidenziano gli amministratori al ministro. Il punto, proseguono, è che bisogna controllare che ci sia davvero il pieno rispetto di tutte le prescrizioni, utilizzando il Garante dell'Aia e l'Istituto superiore per la ricerca e la protezione ambientale. Sulla bonifica dell'area esterna alla fabbrica, invece, evidenziato da più parti come sia esigua rispetto alle necessità la dotazione della legge 171 del 2012: 119 milioni per i primi interventi tra risanamento del Mar Piccolo e messa in sicurezza delle aree contaminate del Sito di interesse nazionale di Taranto, del quartiere Tamburi di Taranto e del comune di Statte che è vicino al capoluogo. Il Comune di Taranto ha chiesto un'accelerazione delle procedure ed un rafforzamento della cabina di regia. Il ministro convocherà in seguito una riunione congiunta e verrà anche a Taranto.
Dall'ultima relazione trimestrale redatta dall'Ilva, è intanto emerso che per l'Autorizzazione integrata ambientale l'azienda avrebbe già rispettato 78 delle 94 prescrizioni. Adesso però toccherà all'Ispra fare una verifica inviando i suoi tecnici a Taranto. I maggiori scostamenti rispetto all'Aia esistono per la copertura dei nastri trasportatori, dove l'Ilva prospetta tempi diversi, e sul problema si andrà ad un riesame tecnico. Il ministero ha già osservato che scostamenti sono possibili a condizione che non modifichino il quadro d'insieme. Nella relazione l'Ilva fa poi presente che per i parchi minerali si stanno attualmente ordinando 10 fog-cannon (lanciano acqua nebulizzata per la riduzione delle particelle di polveri sospese) e che le prime 5 macchine, di cui 3 nei parchi primari e altre 2 negli altri parchi, saranno installate entro il 31 maggio. A giugno saranno attivati altri 2 fog-cannon e a luglio il progetto completato. Sulla copertura dei parchi minerali, l'azienda afferma che ci sono quattro progetti possibili: fanno capo alle società Paul Wurth, Cimolai, Semat e Anmar. La copertura dei parchi servirà a contenere la diffusione delle polveri minerali a seguito della movimentazione delle materie prime. L'Ilva fa sapere che è stato emesso l'ordine relativo «alla costruzione di coperture piramidali presso i parchi agglomerato Sud e Nord oltrechè per i cumuli di calcare Pca». Lo scorso 28 gennaio, inoltre, l'azienda ha avanzato «al Comune di Taranto l'istanza per l'ottenimento dei permessi a costruire delle coperture dei depositi dei parchi Omo e Nord Coke di cui ancora non si dispone dell'autorizzazione a costruire». Infine le barriere frangivento in prossimità del rione Tamburi, anche queste con finalità anti-polveri, saranno completate a giugno. Si tratta, afferma l'Ilva, di un «intervento utile alla gestione del transitorio sino alla realizzazione delle coperture dei parchi».
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