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Questo articolo è stato pubblicato il 14 maggio 2013 alle ore 06:45.

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Primo e unico in Italia. Uno dei pochissimi in Europa. Il distretto Cis-Interporto-Vulcano potrà istituire la sua zona franca a supporto dell'area logistica di cui dispone. L'Agenzia delle Dogane, infatti, con provvedimento 3 maggio 2013, in risposta all'istanza presentata dalla società Interporto Campano - assistita dagli studi Uckmar e Giordano - per la istituzione di una Zona Franca Aperta, ha dichiarato che «a seguito di un esame della documentazione si ritiene che essa risponda a quanto richiamato dalla normativa comunitaria e nazionale in materia».

Il parere positivo dell'Agenzia delle Dogane, rappresenta la naturale conseguenza di un distretto che non solo ha allungato la città di Napoli ad est di 15 chilometri ma dispone al suo interno di tutti i servizi e infrastrutture necessarie per un sistema interportuale quali una stazione ferroviaria, una sezione delle Dogane "Napoli Terra", un deposito doganale di tipo A3, un'impresa ferroviaria privata per il trasporto merci, un terminal intermodale per lo stoccaggio e movimentazione delle merci, 30 chilometri di viabilità e aree di sosta e parcheggi per 30.000 veicoli tra mezzi pesanti e auto. Insomma, per completezza dei servizi logistici e per posizione strategica, il distretto nolano è un hub per i traffici internazionali di merci tra Europa-Oriente e bacino del Mediterraneo.

Interporto Campano procederà da subito alla realizzazione di tutti gli impianti e attrezzature per l'attivazione della Zona Franca. In particolare la Zona Franca sarà realizzata su di un'area di circa 100mila metri quadrati, con una potenzialità di movimentazione a regime di 100mila teus. Questa nuova tappa del progetto di sviluppo della "creatura" immaginata da Gianni Punzo e dai suoi soci oramai oltre 25 anni fa, rafforza la filiera della logistica e del commercio che il Cis ha creato nel Mezzogiorno. Il numero di imprese che d'altra parte hanno scelto di insediarvisi la dice lunga sull'efficacia dell'infrastruttura. La Zona Franca garantirà dunque nuovi vantaggi in termini di tempi e di costi per le imprese. Infatti, non c'è bisogno di alcuna dichiarazione doganale per l'ingresso delle "merci non comunitarie" che potranno inoltre essere stoccate e immagazzinate in esenzione di dazi ed altri oneri. Oltretutto, nella Zona Franca le merci potranno essere oggetto di "manipolazioni e trasformazione" per il perfezionamento finale del prodotto: numerose sono infatti le fasi del processo produttivo e distributivo interessate alle Zona Franca, dall'importazione-assemblaggio e distribuzione di componentistica auto, alla lavorazione e confezionamento di prodotti alimentari, al confezionamento e distribuzione di abbigliamento e accessori, tanto per fare qualche esempio.

«Grande è l'attesa per procedere all'attività operativa che di certo consentirà lo sviluppo dei traffici specialmente con Asia ed in particolare con Cina, India e Malesia - spiega Victor Uckmar -. I traffici dovrebbero consentire non soltanto l'incremento della movimentazione dei container, ma anche la lavorazione delle merci come sta avvenendo nei porti del nord Europa. In particolare per quanto riguarda i prodotti confezionati per entrare in Europa - spiega ancora il tributarista - debbono contenere indicazioni descrittive del contenuto secondo modalità che spesso sono innovative, cosicché può accadere che l'indicazione corretta all'imbarco non sia più corretta allo sbarco, a seguito di cambiamenti intervenuti medio tempore. Nel bacino del Mediterraneo non esistono analoghe Zone Franche e questa realizzazione contribuirà a rendere Napoli maggiormente competitiva a livello mondiale con notevoli benefici in termini di ricadute economiche su tutto il territorio».

Oggi giorno le Zone Franche nel mondo sono oltre mille. «In Italia - continua Uckmar - il distretto di Nola (mille aziende che operano su di un'area di 5 milioni di metri quadrati con 9mila addetti, ndr) avrà una Zona Franca e ciò è un evidente vantaggio, rendendolo di fatto la "Porta meridionale dell'Europa". Le altre Zone del Mediterraneo sono a Barcellona e Tangeri, ma sono per attività di transhipment, mentre quella che verrà realizzata a Nola presenta caratteristiche paragonabili alla Zona Franca di Amburgo. Purtroppo l'Unione europea ha posto delle limitazioni nelle agevolazioni fiscali, specie in materia di imposte dirette che una volta erano accordate, ma anche quelle doganali (Iva) possono costituire un richiamo per la convergenza dei traffici».

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