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Questo articolo è stato pubblicato il 22 maggio 2013 alle ore 11:00.

Auto, biocarburanti, agroalimentare: sono i tre settori industriali presenti in Sudafrica più interessanti per le imprese italiane. Vediamo quali sono le peculiarità è le prospettive di ciascuno di questi comparti.

Industria dell'auto
Il Sudafrica è l'unico Paese africano con un'industria dell'auto consistente (7% del Pil): 540mila veicoli prodotti nel 2012 (di cui 278mila esportati) equamente suddivisi tra vetture passeggeri e veicoli commerciali con un tasso di utilizzo degli impianti dell'89 per cento. Nei primi quattro mesi del 2013 le vendite sono cresciute del 7,5% e l'Associazione dei costruttori sudafricani prevede che il 2013 si chiuda con una produzione di 640mila unità, di cui 361mila esportate. Il settore si articola su tre poli produttivi: Pretoria, Port Elisabeth e Durban. A Durban sono localizzati uno stabilimento e un grande centro logistico di Toyota con cui il gruppo giapponese copre gran parte del mercato africano. Il futuro del settore è affidato a un piano industriale (Automotive Production and Development Programme) che punta a raggiungere una produzione di 1,2 milioni di vetture l'anno e di promuovere la crescita dell'industria della componentistica. Prevede diversi incentivi fiscali e di altro tipo (come la riduzione dei dazi) per le aziende disposte ad aumentare la capacità produttiva e a esportare. La risposta appare positiva. Nel 2013 i costruttori locali hanno annunciato investimenti per 563 milioni di dollari. Secondo l'Associazione dei costruttori d'auto sudafricani, entro il 2015 le esportazioni verso gli altri Paesi africani dovrebbero raggiungere le 100mila unità annue (80mila nel 2012).

Biocarburanti
È una filiera (etanolo per benzine e biodiesel) su cui il Governo sudafricano ha ripetutamente dichiarato di voler investire seguendo il modello brasiliano (canna da zucchero, colza). Gli investimenti però sono in ritardo rispetto a quanto sta già avvenendo in altri Paesi del Corno d'Africa in quanto è atteso il completamento della legislazione in materia. Previsti un contenuto del 2% di etanolo nelle benzine e del 5% nel carburante diesel, esenzione totale dell'etanolo e al 50% del biodiesel dall'imposta sui carburanti e ulteriori incentivi fiscali. I maggiori progetti sono annunciati nella provincia dell'Eastern Cape, contigua al Natal che è la prima provincia sudafricana per produzione saccarifera.

Agroindustria
Il Natal è la regione del Sudafrica con il maggiore livello di precipitazioni annue (1.000 mm in media). L'attività agricola è polarizzata tra grandi aziende moderne e piccoli coltivatori. Gli sforzi del Governo sono mirati a promuovere la crescita soprattutto di questo secondo segmento. I settori di punta sono oltre la canna da zucchero (236 mila occupati diretti e indiretti e 15 zuccherifici) anche mais, allevamento bovino e produzione lattiero casearia, industria forestale e cartaria, ortofrutta, settore ittico. Le opportunità per le imprese italiane sono soprattutto nel settore delle macchine agricole e della trasformazione agroalimentare, su cui punta anche il Governo di Pretoria per allungare la catena del valore. L'Esecutivo punta anche sullo sviluppo della filiera del legno in grado di fornire un significativo contributo all'occupazione.

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