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Questo articolo è stato pubblicato il 25 maggio 2013 alle ore 08:27.

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La crisi non frenerà i piani per le nuove infrastrutture metanifere italiane, promette il Governo. Che nella riunione di ieri del Consiglio dei ministri ha approvato il Ddl che ratifica gli accordi imbastiti tra Italia, Grecia e Albania sul gasdotto Tap (Trans Adriatic Pipeline), il progetto concorrente al Nabucco per aprire entro il 2020 la nuova rotta energetica verso gli enormi giacimenti dell'Azerbaijan. Un passo decisivo non solo per rafforzare l'import ma soprattutto per differenziarlo rispetto alla nostra attuale super-dipendenza sul versante Est dalle forniture russe di metano.

Per verificare le reali capacità di decollo del progetto bisognerà comunque attendere il prossimo mese, quando il fornitore d'origine della materia prima, ovvero il consorzio che sta sviluppando il giacimento di Shah Deniz, nell'area azera del Caspio, eserciterà il suo diritto di indicare la sua preferenza tra Tap e Nabucco, strutture che vedono un approdo europeo molto diverso: Tap premia lo sbocco italiano, in Puglia, mentre il Nabucco punta decisamente a Nord, lambendo l'Italia e piegando verso la Germania.

Comprensibile la nostra predilezione verso il Tap, che concretizzerebbe immediatamente il progetto di trasformarci in un hub metanifero europeo, regalando intanto ai nostri territori una buona quota del business della costruzione e poi nell'esercizio di una condotta che farebbe approdare e transitare dal nostro paese tra i 10 e i 20 miliardi l'anno di gas aggiuntivo. Con un piano dei lavori che per la parte che interessa il territorio italiano è già stata definita con cura, per disinnescare fin d'ora (questa almeno l'intenzione degli artefici) le prevedibili obiezioni sociali e ambientali.

L'approdo del gasdotto è previsto lungo la costa tra San Foca e Torre Specchia Ruggeri, nel comune di Melendugno (Lecce). Il tratto di collegamento alle dorsali nazionali di Snam rete Gas sarà realizzato con micro-tunnel che passeranno – si legge nelle note progettuali – sotto la "Posidonia Oceanica" (habitat protetto) e comunque sotto la linea di costa «per evitare qualsiasi impatto visivo sulle spiagge e sulle scogliere».

Con il via libera di ieri il Governo rimarca – in una nota – le «positive ricadute» del progetto sulla sicurezza energetica nazionale e si impiega a «sostenere comuni procedure» per rendere agevoli e rapidi tutti gli adempimenti autorizzativi, rispettando «standard uniformi con riferimento alle normative tecniche nonché in materia di sicurezza, ambiente e lavoro».
Sta si fatto che sulle due opzioni, Tap e Nabucco, si stanno esercitando tutte le capacità di pressione dei rispettivi partner. Nel caso del Tap la tedesca E.On con il 15%, la svizzera Axpo e la norvegese Statoil con il 42,5% ciascuna. Mentre il Nabucco vede 6 partner paritetici che corrispondono alle aree geografiche attraversate: Botas (Turchia), Bulgargaz (Bulgaria), Transgaz (Romania), Mol (Ungheria), Omv (Austria) e Rwe (Germania).

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