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Questo articolo è stato pubblicato il 02 giugno 2013 alle ore 15:01.

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di Giorgio Pogliotti

Le nuove regole sulla rappresentanza e sull'esigibilità degli accordi debutteranno alla prossima tornata contrattuale. Per dare applicazione all'intesa raggiunta venerdì sera tra Confindustria, Cgil, Cisl e Uil, infatti, è prevista una serie di adempimenti relativi alla misurazione della rappresentatività di ciascuna sigla, che potranno essere conclusi nel giro di un anno.

In base alle nuove regole i contratti sottoscritti da sindacati con almeno il 50%+1 della rappresentanza – intesa come mix tra iscritti e voti alle elezioni delle Rsu – che abbiano ottenuto il consenso dalla maggioranza dei lavoratori attraverso una consultazione certificata, sono considerati vincolanti per le parti firmatarie dell'accordo e per le rispettive federazioni di categoria: «Non si potrà scioperare, promuovere cause legali o iniziative di contrasto dei contratti nazionali definiti con queste procedure», spiega il direttore delle relazioni industriali di Confindustria, Pierangelo Albini.
Nei contratti, inoltre, verranno definite clausole di raffreddamento con l'obiettivo di garantire a tutti l'esigibiltà degli impegni presi: «Si intende evitare che il conflitto sia l'unico strumento di regolazione delle controversie – aggiunge Albini–. I contratti nazionali potranno prevedere sanzioni per chi viola gli accordi presi». Confindustria, Cgil, Cisl e Uil si sono impegnate a far rispettare i nuovi principi alle proprie strutture a livello territoriale e aziendale, e a concordare modalità di risoluzione di eventuali contese applicative. Per fare una caso di scuola, con queste regole non sarebbe mai esploso il conflitto tra la Fiom e la Fiat – i cui strascichi giudiziari ancora proseguono –, né tra le tute blu della Cgil e Federmeccanica. Anche se va ricordato che l'accordo si applica nel perimetro di Confindustria, dal quale Fiat è uscita.

Ma per assicurare il rispetto dei contratti, il presupposto è che venga definito in modo chiaro e trasparente chi ha la titolarità a negoziare, in quanto è effettivamente rappresentativo della categoria. Per determinare il peso di ogni sindacato l'accordo fa riferimento al numero degli iscritti e ai voti ottenuti alle elezioni delle Rsu.
Per il primo passaggio non si dovrebbero incontrare particolari difficoltà: vanno conteggiate le deleghe sindacali, ovvero le trattenute operate dal datore di lavoro, su richiesta del lavoratore. Devono essere trasmesse all'Inps per essere certificate, tramite una sezione nelle dichiarazioni aziendali, attraverso il software Uniemens che consente di trasferire i dati retributivi e contributivi dei dipendenti.
Per fare tutto ciò va sottoscritta una convenzione che dovrà specificare l'oggetto dell'informazione da trasferire con il flusso dei dati; non si prevedono tempi lunghi, l'istituto previdenziale ha già dato la disponibilità. L'Inps, a sua volta, invierà il dato di rappresentatività di ciascuna sigla al Cnel.

Più complicata, invece, sarà l'acquisizione su tutto il territorio nazionale dell'esito del voto delle Rappresentanze sindacali unitarie: sia per i rinnovi, che per le Rsu in carica, si farà riferimento ai soli voti espressi per i sindacati firmatari dell'intesa. Si dovranno controllare i verbali delle commissioni elettorali, se possibile tramite i comitati provinciali dei garanti, e non si profila semplice l'acquisizione dei dati delle Rsu in carica, elette 36 mesi prima. Una volta acquisito il dato elettorale, dovrà essere trasmesso al Cnel che avrà il compito di ponderarlo con il dato relativo agli iscritti (ciascun dato pesa per il 50%, come nel pubblico impiego) per determinare la rappresentanza di ogni sindacato. Solo le organizzazioni che superano la soglia del 5% saranno ammesse al tavolo per negoziare il contratto nazionale.
È previsto un ulteriore passaggio anche a livello interconfederale; le parti si vedranno per rinnovare l'intesa sulla struttura della contrattazione, oggetto finora di due accordi separati (il 22 gennaio del 2009 e il 16 novembre del 2012 all'interno delle linee programmatiche per la crescita) senza la Cgil: l'orientamento è quello di spostare il baricentro sempre più sulla contrattazione aziendale.

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