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Questo articolo è stato pubblicato il 06 giugno 2013 alle ore 06:45.
MILANO
«Codice sbagliato dall'Inps, Durc incompleto, tutto da rifare».
Fabio Arenghi, imprenditore lombardo del biotech non è particolarmente di buonumore. L'ultima tranche di un finanziamento regionale vinto dalla sua azienda per attività di ricerca è infatti bloccata, in attesa di una revisione del documento di regolarità contributiva.
Il caso della Cpc Biotech di Arenghi non è però affatto un'eccezione, rappresenta piuttosto uno dei tanti esempi delle difficoltà che le aziende devono affrontare nel rapporto con la pubblica amministrazione quando si tratta di accedere a finanziamenti o sostegni a fondo perduto.
Il caso più recente è il bando Regione Lombardia–Miur del 2011 per sostenere le attività di ricerca di dieci settori produttivi, forte di una dotazione di 118 milioni di euro.
A metà 2012, dunque in tempi relativamente brevi vista la grande quantità di soggetti coinvolti, la graduatoria è stata completata ma l'iter si è immediatamente fermato per il ricorso al Tar di una delle aziende escluse.
Uno stop che ha fermato le erogazioni previste per oltre 250 imprese, molte delle quali avevano già avviato gli investimenti dopo aver visto l'esito positivo della propria domanda. Tutto fermo fino a pochi giorni fa, quando il giudice del Tar ha respinto il ricorso, che tuttavia potrebbe ora essere ripresentato dalla stessa azienda in Consiglio di Stato.
E se quest'ultimo dovesse decidere per una sospensiva, l'intero iter si fermerebbe nuovamente.
«Noi però intanto andiamo avanti – spiega Armando De Crinito, dirigente in Regione dell'Unità Organizzativa Programmazione, Ricerca e Innovazione della Direzione generale Attività Produttive –, il Tar ci ha dato ragione e ora procediamo prendendoci questo rischio, anche perché l'alternativa è bloccare tutto».
Che in effetti non sarebbe il massimo, considerando che dalla pubblicazione della graduatoria è già passato un anno, 29 mesi dall'accordo di programma istitutivo del bando.
«Siamo proprio qui a parlare di questo – spiega l'imprenditore Vittorio Ori – e la riunione si sta scaldando». Riunione "calda" perché Ori, insieme ad altri cinque partner, è tra i vincitori del bando e aspetta da tempo fondi per poco meno di due milioni di euro, investimenti che in gran parte sono già stati avviati con risorse interne.
«Mica possiamo aspettare – spiega – i concorrenti non restano fermi ad attenderci. Certo, ora si deve valutare come fare la fideiussione bancaria, perché l'esperienza precedente non è brillante: per un altro bando regionale legato alle reti aspettiamo i soldi da otto mesi, nel frattempo abbiamo fatto due o tre fideiussioni che ci costano decine di migliaia di euro».
Le fideiussioni sono il cruccio anche per Cpc Biotech, che proprio in funzione del successo nel bando Miur aveva chiesto e ottenuto la garanzia bancaria. «Era necessaria per ottenere l'anticipo – spiega Arenghi – e noi l'abbiamo richiesta, ovviamente pagandola. Purtroppo i ritardi in Italia sono la regola e come noi sono vessate anche le Università, con cui lavoro spesso: anche loro non ce la fanno più».
Se infatti il bando Miur al momento è sbloccato, non altrettanto si può dire per le risorse di Industria 2015, iter avviato nella Finanziaria del 2007 e mai portato a compimento. «È un programma – si legge sul sito del ministero dello Sviluppo Economico – che ha l'obiettivo di colmare il gap italiano su ricerca e innovazione». Obiettivo fallito miseramente, dato che i fondi erogati sono solo una manciata di milioni rispetto ai quasi 900 promessi. «La graduatoria che ci assegnava le risorse – racconta l'imprenditore Massimiliano Valle di Petroceramics – risale al 2010 ma da allora non abbiamo visto nulla».
L'azienda, inserita nel Kilometro Rosso, sviluppa tecnologie innovative nei nuovi materiali e il progetto premiato da Industria 2015 per sviluppare una protesi di ginocchio in ceramica coinvolge nove imprese, che attendono per ora invano contributi per sei milioni di euro. «Agli imprenditori – aggiunge Valle – servono certezze sui tempi e noi ora attraverso Kilometro Rosso vorremmo provare a fare un po' di pressing sul Governo».
Auguri.
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