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Questo articolo è stato pubblicato il 06 giugno 2013 alle ore 06:44.

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Vino italiano a rischio per i dazi cinesi Vino italiano a rischio per i dazi cinesi Vino italiano a rischio per i dazi cinesi Vino italiano a rischio per i dazi cinesi

PECHINO - La Cina sfodera dal cassetto l'arma letale per rintuzzare i dazi sull'import in Europa di pannelli solari attivi, in via provvisoria, fino ad agosto ma a partire già da oggi. Si tratta dell'indagine avviata da Pechino per verificare se i vini d'importazione europea stiano o no arrivando in Cina a un prezzo e in quantitativi congrui.
Ieri, nella capitale, in mattinata, il ministero per il Commercio con l'estero (Mofcom) ha preso una posizione ufficiale con una dichiarazione di Shendanyang, portavoce del ministro Gao Hucheng, il negoziatore, insieme al vice Zhong Shan, a Bruxelles per i pannelli solari. Circolata subito nei social network, suona più o meno così: l'Europa ha sì ammorbidito i dazi prendendo tempo per una sanzione più dura a partire da agosto, ma a noi cinesi anche questa formula non va bene e, quindi, vi diciamo che abbiamo aperto un monitoraggio sulle importazioni di vino europeo.

Certo, nei mesi scorsi da Spagna e Portogallo erano partiti con destinazione Cina container sospetti con prezzi all'import sotto l'euro a bottiglia ma - assicurano gli addetti ai lavori si trattava di quantitativi molto ridotti.

Al contrario, specie Paesi come l'Italia che, al contrario di Francia e Spagna qui il mercato devono conquistarselo ancora, stanno attuando una strategia tutta improntata sulla qualità. In questi giorni il consorzio Chianti classico ha firmato con la Camera di commercio di Pechino un accordo molto importante insieme all'associazione dei 400 importatori di vino cinesi certificati.

«Che non ci si faccia la guerra perché non conviene a nessuno, non si possono fare azioni che neghino a loro gli stessi strumenti a nostra disposizione - dice Giuseppe Liberatore direttore generale del consorzi –. Questo è un posto strategico per le nostre produzioni, non ce lo possiamo proprio permettere di litigare».

Il presidente francese François Hollande ha subito chiesto una riunione urgente dei 27 Stati membri della Ue proprio per discutere l'ipotesi di dazi sul vino minacciati dalla Cina. Il portavoce del governo transalpino, Najat Vallaud-Belkacem, al termine del Consiglio dei ministri di ieri, ha spiegato che Hollande auspica «che si lanci un'iniziativa a livello della Commissione Ue affinché si tenga una riunione giungendo a un punto di vista comune e solidale tra i 27».

La dichiarazione di Pechino, peraltro, può rivelarsi drammatica negli effetti perché rischia di bloccare un trend che negli ultimi tre anni ha visto quadruplicare le vendite di bottiglie di made in Italy sul mercato asiatico. Dal 2008 a oggi, secondo un'analisi Coldiretti su dati Istat, le esportazioni nazionali in valore nel paese asiatico sono passate da 19 milioni di euro a 77 milioni, e anche i primi due mesi dell'anno hanno confermato il trend, con un aumento record del 42 per cento.

«Il boom del vino è il frutto dell'aumento delle importazioni dell'8% per un valore di 3,4 milioni di ettolitri nel 2012, ma soprattutto della produzione interna che la Cina ora intende tutelare con l'avvio di una indagine antidumping nei confronti del vino di provenienza europea che rappresenta il 58,7% del totale delle importazioni nei primi due mesi del 2013. Si tratta in ogni caso - è la tesi di Coldiretti - di un duro colpo per la produzione vitivinicola europea che è costretta a fare i conti con consumi che sono cresciuti leggermente solo in Francia, sono stabili in Germania, Portogallo e Grecia mentre calano, oltre che in Italia, anche in Spagna di ben 60 milioni di litri in un anno».

I primi paesi per export in Cina sono Francia, Australia, Cile e Spagna, due su quattro sono europei. Le importazioni mondiali di vino stando alle cifre del Mofcom sono pari a 3.87 trilioni di euro, la Cina è il quarto bacino mondiale, con un livello di tariffe intorno al 9.8% e l'import è di 1.8 trilioni di dollari. In Cina nel 2012 sono stati importati 388 milioni di litri, dall'Italia 31 milioni di litri per un valore di 88.9 milioni. Dalla Francia nel 2011 sono stati importati 127.4 milioni di litri (+8%), pari al 48% del totale.

Stizzita la reazione di Bruxelles: «Riteniamo che non ci sia dumping sul vino europeo esportato sul mercato cinese», ha detto John Clancy, portavoce del commissario al Commercio, Karel de Gucht. «Prendiamo nota dell'annuncio delle autorità cinesi che hanno il diritto di avviare un'indagine secondo le regole del Wto - ha aggiunto Clancy - la seguiremo molto da vicino, comunque riteniamo che non ci sia dumping sul vino europeo esportato sul mercato cinese». E alla domanda se si tratti di una rappresaglia per i dazi sui pannelli solari, il portavoce ha replicato, laconico: «Dovete chiederlo alle autorità cinesi».

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