Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 11 giugno 2013 alle ore 11:00.

Nessun particolare onere in vista e una libera circolazione delle merci che sembra semplificare la vita delle 246 aziende italiane in Croazia, che impiegano 12.247 persone e producono un fatturato di 1,5 miliardi di euro.
«Costo del lavoro e tassazione sono e resteranno ancora piuttosto competitivi – ritiene Alessandro Calligaris, presidente della Calligaris, azienda di arredamento (600 dipendenti e 140 milioni di fatturato 2012).

Non credo ci saranno cambiamenti, almeno all'inizio». In Croazia Calligaris ha rilevato a Ravnagora, nel 1998, per l'equivalente di 1 milione di euro, un'ex azienda di Stato già fornitrice di legno massiccio per l'azienda friulana. «Ravnagora fornisce semilavorati – ha aggiunto Calligaris – ma la Croazia, tra alberghi e seconde case, sta fortemente potenziando una domanda interna, che nei prossimi anni, con l'aumento di investimenti e fondi Ue diverrà sempre più importante».
«L'entrata di Zagabria nella Ue agevolerà le consegne e la distribuzione. Soprattutto lo sdoganamento che per i materiali da nautica dura in media 3 settimane - spiega Valentina Bellotti, vicepresidente della Bellotti Spa, azienda comasca di rivestimenti per interni e nautica da diporto (110 addetti per un fatturato di 32 milioni) – Le aziende croate però sono molto piccole, poco più che artigianali, poco strutturate, hanno difficoltà con l'inglese. Devono ristrutturarsi nel profilo e nella governance. Inoltre, non si assicurano sul credito».
«È vero – ha sottolineato Damir Novinic, managing director di "Invest in Croazia" – ma stiamo lavorando con banche croate e italiane per pacchetti assicurativi sui pagamenti che siano sostenibili per le nostre imprese e ci stiamo adoperando per diffondere questa cultura tra le nostre Pmi». (L. Ca.)

Commenta la notizia

Ultimi di sezione

Shopping24

Dai nostri archivi