Non solo Ercolano: Packard vara una fondazione «italiana» a sostegno di archeologia, musica e cinema

Non solo archeologia: anche cinema, musica, tutela delle testimonianze storiche e valorizzazione della cultura a 360 gradi. Il modello è lo stesso del Packard Humanities Institute (Phi), fondazione non profit con quartier generale a Los Altos California e attività in tutto il mondo. La sede però, stavolta, sarà a Pisa e il terreno d'azione l'Italia, Paese dal patrimonio culturale senza pari quanto a rischio.

Il filantropo statunitense David W. Packard, figlio del co-fondatore del colosso dell'informatica Hp, fa rotta con ancora maggiore decisione sullo Stivale: entro l'anno nella città della torre pendente sarà costituito un ente emanazione del Phi destinato a gestire e coordinare tutte le attività italiane di mecenatismo del magnate americano. Lo rivelano fonti del ministero dei Beni culturali, a seguito dell'incontro tenutosi il mese scorso nella Capitale tra i coniugi Packard e il segretario generale del Mibac Antonia Pasqua Recchia. Un incontro nell'ambito del quale i Packard hanno confermato l'intenzione di rafforzare la propria collaborazione con lo Stato italiano per i Beni culturali.

In Italia le vedute di Dodwell
Intanto si parte da una mostra, «In search of Classical Greece. Travel drawings of Edward Dodwell and Simone Pomardi», organizzata dal Packard Humanities Institute e ospitata dal British Museum dal 7 febbraio al 28 aprile scorso. Un'esposizione delle vedute che i due pittori «raccolsero» nel corso dei loro viaggi in Grecia di inizio Ottocento, in pieno clima neoclassico. Grande successo di pubblico e ottime critiche in quel di Londra, prossima tappa a quanto pare a Roma: la Pasqua Recchia ha espresso con grande determinazione ai Packard la volontà portare la mostra nella Capitale. Così da affiancare idealmente alle antichità classiche dell'Urbe le antichità ritratte da Dodwell e Pomardi.

L'«antenna italiana» del mecenatismo dei Packard
Il grosso dell'incontro tra i Packard e la Pasqua Recchia ha avuto comunque per oggetto l'imminente nascita dell'ente di mecenatismo «italiano» dei Packard. Il cuore di questa nuova organizzazione sarà Pisa, a pochi chilometri da dove i coniugi americani hanno casa e al centro di una regione ricchissima di testimonianze artistiche e architettoniche che potrebbero essere destinatarie di interventi. Considerando la legislazione vigente in materia nel nostro Paese, per allargare le attività filantropiche della fondazione Packard diventava fondamentale costituire un'«antenna» italiana del Phi. Da quanto risulta al Sole 24 Ore, il nuovo ente avrà nel proprio raggio d'azione i restauri archeologici e artistici ma anche interventi di archivistica, trascrizioni musicali e restauri di pellicole cinematografiche antiche.

Il museo di Ercolano
Il nuovo ente, tra le altre cose, diventerà titolare delle attività dell'Herculaneum Conservation Project (Hcp), il progetto di Packard per il recupero degli scavi di Ercolano che, nei primi dieci anni di attività, ha messo in moto nel sito vesuviano interventi di recupero per 16 milioni. Proprio a Ercolano ora i Packard hanno in programma di realizzare un museo, una struttura moderna, perfettamente armonizzata con il contesto archeologico e architettonico della cittadina, all'interno della quale rendere fruibili ai visitatori i rinvenimenti che hanno avuto luogo dagli anni Trenta del Novecento (la famosa campagna di Amedeo Maiuri) a oggi. Spazio anche alle scoperte effettuate nel corso degli interventi di messa in sicurezza dello stesso Hcp. Di tutto questo il filantropo americano, a breve, dovrebbe tornare a parlare in sede Mibac. E chissà che tanto attivismo non sia anche da stimolo a una revisione del quadro legislativo che in Italia regola il mecenatismo. Burocrazia e gare non rappresentano certo un incentivo per chi vuole sostenere la conservazione dei nostri Beni culturali.

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