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Questo articolo è stato pubblicato il 18 giugno 2013 alle ore 06:47.

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BERGAMO
«Good technology, isnt'it?». Sanjiv Khurana è soddisfatto. Del resto sono proprio tecnologia e know how gli aspetti chiave che hanno convinto l'imprenditore indiano a siglare una joint venture con Officina Farmaceutica Italiana (Ofi), azienda bergamasca attiva nella produzione di integratori dietetici e cosmetici. «Prima andavo in giro per il mondo con la valigetta a vendere i nostri prodotti – racconta il presidente di Ofi Alberto Donati – poi l'export è cresciuto in modo significativo, ora facciamo qualcosa di più strutturato». Il salto di qualità in effetti è evidente, con la prospettiva di aggiungere entro tre anni grazie all'accordo in India altri dieci milioni di ricavi ai 18 attuali, sfruttando le potenzialità di un mercato che cresce a tassi del 20% con un target stimato in 500 milioni di persone. Per l'India si tratta della prima joint venture commerciale nel settore della cosmetica, una delle pochissime in assoluto che vedono una maggioranza estera nel capitale.
Entro pochi mesi Ofi aprirà nel paese il primo flagship store, con la prospettiva di altre tre aperture dirette a breve e la presenza in una cinquantina di punti vendita entro fine 2013. La presenza indiana potrebbe evolvere in futuro anche con una produzione diretta, anche se qui la cautela è maggiore. «Stiamo attenti a non trasferire la nostra tecnologia – spiega Donati – perché il nostro vantaggio competitivo è proprio lì. Forse si può pensare in futuro ad avere in loco la parte finale di confezionamento, spedendo però il prodotto dall'Italia».
L'obiettivo dell'azienda è raddoppiare i ricavi entro tre anni, con la possibilità dell'inserimento di una ventina di addetti, soprattutto nelle posizioni tecniche. Un percorso di crescita reso possibile dalle scelte strategiche adottate, che vedono da un lato ingenti investimenti in formazione, ricerca e sviluppo, dall'altro l'apertura del capitale ad un investitore istituzionale, Futurimpresa, interessato allo sviluppo globale del business. «Nonostante si tratti di una Pmi – spiega l'ad di Futurimpresa Luigi Glarey – Ofi ha attivato un percorso internazionale come poche imprese di pari o superiore dimensione hanno saputo fare: credo che di questi tempi sia questa l'unica strategia possibile per resistere».
Trend che proseguirà, non solo in India, con un'azione ad ampio raggio nei Bric che prevede la probabile apertura a breve di filiali in Russia e Sud America e più in generale una maggiore attenzione ai mercati extra-europei. «Oggi l'Italia per noi vale il 60% dei ricavi – spiega Donati – ma in futuro spero arrivi a pesare solo il 30%: a meno di clamorose novità mi pare che la crescita sia altrove».
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