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Questo articolo è stato pubblicato il 18 giugno 2013 alle ore 06:48.

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VENEZIA
Gli Stati Uniti hanno già capito la lezione, e si muovono di conseguenza: «Chi non produce sul proprio territorio, alla fine perde anche la capacità di innovare: ecco perché l'America investe nel ritorno al manifatturiero dopo gli anni della delocalizzazione». Roberto Zuccato, presidente degli industriali del Veneto, prende la parola dopo la presentazione dei dati Bankitalia, particolarmente negativi per il Veneto: «Sappiamo che è in atto una dura selezione, e che questa non è una semplice crisi: sta cambiando il mondo. Quello che abbiamo perso non lo recupereremo più, non in quelle forme. Il "piccolo e bello" che per anni ci ha avvantaggiato, ora si dimostra penalizzante, mentre gli sforzi per favorire le reti e l'aggregazione si scontrano in molto casi con il modo stesso nel quale è nata la classica impresa veneta».
La soluzione? «Ripartire da quello che sappiamo fare meglio: la manifattura. Perché ci siamo a lungo stati terzisti di lusso per altri Paesi, che ci hanno sostituiti con i nostri competitor capaci di garantire costi minori. La verità è che non crescevamo più nemmeno prima di questa crisi», constata Zuccato. Allora si deve tornare alle origini: «Questa è la regione più industriale d'Italia, e con l'Emilia Romagna quella con maggiore propensione all'export. Occorre creare le condizioni per una nuova manifattura, ad alto valore aggiunto: basti pensare a innovazioni come le stampanti 3D, ai miglioramenti di produttività offerti dalla produzione snella».
Un Veneto diverso, e che la smetta di considerarsi «a nord della politica, intesa come Roma, e a est della grande finanza: siamo in Europa, serve un nuovo modo di pensare e di pensarci». Senza perdere tempo: Zuccato esprime «cauto apprezzamento per il decreto del "fare"; molto dipenderà dalla velocità di stesura dei decreti attuativi, perché troppe volte abbiamo assistito ad annunci che poi si sono rivelati dannosi.
Chi volesse oggi investire in macchinari, o assumere, è nella condizione di fermarsi e aspettare, per capire quali opportunità stanno per concretizzarsi. Guai se non si realizzassero».
Del “Nuovo manifatturiero. Un progetto di crescita industriale per il Paese” si parlerà il prossimo 3 luglio a Mestre, in un convegno promosso dalle confindustrie di Emilia Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Toscana, Trentino-Alto Adige, Valle d'Aosta e Veneto. Fra i presenti Gary Pisano, professore di Business Administration alla Harvard Business School e ispiratore della filosofia del “Back to manufacturing” che sta guidando l'amministrazione di Barack Obama sul fronte della politica industriale.
@Ganz24Ore
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