I nodi della fornitura Selmat

TORINO
A penalizzare le immatricolazioni di Fiat-Chrysler in Europa sono anche i problemi nella fornitura di componenti dal gruppo Selmat. Il Lingotto fa riferimento a queste difficoltà nel comunicare i risultati del mese di maggio. L'ultima rilevazione fatta dal Lingotto parla di circa 5.500 veicoli bloccati sui piazzale degli stabilimenti a causa della mancanza di componenti. Resta dunque complessa la situazione dei rapporti tra Fiat e uno dei suoi fornitori sia del comparto auto che dei mezzi industriali, tanto che nel corso delle ultime settimane sono stati decisi una serie di fermi produttivi in numerosi stabilimenti.
Gli ultimi blocchi hanno interessato gli stabilimenti Fiat in Spagna (a Madrid, veicoli industriali, fermo per due giorni, la produzione dovrebbe riprendere oggi) e in Serbia (dove si producono le 500L), ma i fermi "a scacchiera" vanno avanti da almeno un mese e mezzo e nelle settimane scorse hanno interessato le Officine Maserati di Grugliasco, i plant di Tichy e Kragujevac (Serbia), oltre che gli stabilimenti Cnh di Jesi e Iveco (Valladolid).
Da un lato dunque le difficoltà più volte denunciate da Fiat, dall'altra i vertici della Selmat che invece assicurano che la produzione di componenti è assolutamente regolare. Una situazione che ha generato un contenzioso legale, con Fiat che ha presentato un esposto sull'irregolarità delle forniture e l'ad di Selmat che a sua volta ha denunciato pressioni da parte del Lingotto.
«Questo braccio di ferro tra Fiat e Selmat ci sta preoccupando molto – ha ribadito l'assessore al Lavoro della Regione Piemonte Claudia Porchietto – nei prossimi giorni incontrerò l'azienda per tentare di fare il punto». La Fiom di Torino, con la Filctem-Cgil (chimici), ha chiesto un incontro con Regione e azienda. La preoccupazione è che si faccia chiarezza al più presto su questa situazione, per tutelare i mille addetti Selmat, 600 dei quali in Piemonte.
F. Gre.
© RIPRODUZIONE RISERVATA