Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 20 giugno 2013 alle ore 06:49.

My24


MILANO
I "Bric de noantri", ovvero i Paesi emergenti più promettenti per l'export delle nostre imprese non coincidono propriamente con quelli dell'acrononimo coniato da Goldman Sachs, cioè Brasile, Russia, India e Cina. Ma sono i Trec, ovvero Turchia, Russia, Emirati e Cina.
L'export italiano 2012 nei 37 mercati emergenti ha registrato, complessivamente, una cifra totale di 98,6 miliardi di euro. I Bric (appunto, Brasile, Russia, India e Cina) hanno rappresentato 27,3 miliardi, mentre le esportazioni italiane verso i Trec (appunti, Turchia, Russia, Emirati Arabi Uniti e Cina) hanno registrato 35,1 miliardi.
È quanto emerge dai dati dell'osservatorio Gea-fondazione Edison e presentati ieri mattina durante il convegno, svoltosi a Milano, organizzato dalla stessa fondazione Edison nella sua sede e da Gea, sul "Made in Italy", a cui hanno partecipato Marco Fortis (vice presidente della fondazione Edison) e Carlo Marinoni (senior partner Gea). In uno scenario di consumi interni bloccati guardare verso nuovi mercati diventa essenziale per le imprese italiane.
Secondo il Trade Performance Index dell'Unctad/Wto – che analizza i primi 10 posti della classifica mondiale della competitività in 14 settori – l'Italia è seconda solo alla Germania per competitività nel commercio estero e si dimostra prima al mondo per competitività in 3 ambiti: tessile, abbigliamento e pelletteria-calzature. Seconda invece, dopo la Germania, nella meccanica non elettronica, nei manufatti di base e in quelli generici (che vanno dalle valvole alle pompe idrauliche). Infine, siamo sesti nei prodotti alimentari trasformati. In tutto, 7 categorie in cui il nostro paese ha registrato, nel 2011, un export pari a 309 miliardi di dollari e un surplus di 116 miliardi di dollari.
Sul lungo periodo poi, i Paesi attualmente "di seconda fascia" ma per noi più promettenti, ha spiegato Fortis, «saranno in parte lontani, ma in parte legati al bacino del mediterraneo. Ovvero, Brasile, Hong Kong, Arabia Saudita, Messico, Algeria, Corea del Sud, India, Tunisia, Egitto, Libia e Israele» e che oggi assorbono il nostro export per 38,3 miliardi di euro.
A patto, ha spiegato Enzo Losito Bellavigna (partner Gea) che si faccia «una strategia ad hoc per uno o più mercati comunque definiti, si venda un prodotto "adattato" alla realtà locale, si curi il servizio post-vendita e l'assistenza, non ci si improvvisi, si schierino i "migliori" in azienda e i più preparati, il più possibile fluent in english».
© RIPRODUZIONE RISERVATA

LE CIFRE
27,3 miliardi
Verso i Bric
È l'export italiano 2012
in Brasile, Russia, India e Cina
35,1 miliardi
Verso i Trec
È l'export italiano verso
i mercati esteri di Turchia, Russia, Emirati e Cina
38,3 miliardi
I «nostri Next 11»
È l' export 2012 in Brasile, Hong Kong, Arabia Saudita, Messico, Algeria, Sud Corea, India, Tunisia, Egitto, Libia e Israele

Ultimi di sezione

Shopping24

Dai nostri archivi