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Questo articolo è stato pubblicato il 27 giugno 2013 alle ore 06:49.

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TORINO
Il futuro della manifattura, a cominciare da quella piemontese, si gioca sulla intelligenza nelle fabbriche e sulle potenzialità della meccatronica. Che scommette su un futuro di fabbriche sempre più intelligenti e sulla capacità di attrarre le risorse europee della programmazione 2014-2020.
Cresciuto negli anni, il polo piemontese è decimo tra i distretti europei di manufacturing per numero di addetti e numero imprese (40mila), dopo Bayern e Baden-Württemberg, dopo Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. Primo invece tra i distretti italiani per indice di specializzazione, pari a 23,3 per cento.
«Il 23% del manifatturiero in Piemonte – spiega Gianfranco Carbonato, a capo di Prima Industrie e tra i principali associati al Mesap, il polo della meccatronica piemontese, costituito 5 anni fa e passato da 64 a oltre 200 aziende – fa capo alla meccatronica, è un dato importante. La crescita e il rilancio del comparto manifatturiero deve passare attraverso questo mix di tecnologie applicate alla meccanica».
Automotive e robotica le aree più significative della meccatronica piemontese che, aggiunge Mauro Zangola, responsabile del Mesap, «copre tutti i maggiori comparti produttivi, dall'aerospazio all'energetico, al biomedicale, al ferroviario, e rappresenta, con 11,7 miliardi, un terzo dell'export piemontese, per quasi il 60% verso i Paesi dell'Unione europea». Germania e Francia, da sole, rappresentano il 25%, in quota, dei mercati di destinazione della meccatronica piemontese.
L'esperienza del Mesap insegna che la strada maestra per le imprese italiane e piemontesi, spesso troppo piccole per affrontare i mercati emergenti, è la capacità di cooperare e sviluppare partnership. Un valore aggiunto come sottolineato da Guido Colombo, ad della start up Bmooble, in prima linea sui software per il controllo e l'automazione in fabbrica, come per Enzo Corona, della Corona Spa.
«Non basta l'innovazione di prodotto e di processi produttivi – aggiunge Carbonato –, servono un'innovazione di mercato e un'innovazione finanziaria, che passa attraverso l'aggregazione delle nostre imprese». Il periodo, incalza Carbonato, «è pessimo, gli investimenti sono fermi; bene la riedizione della legge Sabatini anche se non capisco la titubanza utilizzata dal Governo sull'utilizzo di questo strumento che, di fatto, non ha costi per la pubblica amministrazione».
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IN CIFRE
205
Il polo subalpino
Nato nel 2009, il Mesap, che fa capo all'Unione industriale
di Torino, associa 205 aziende della meccatronica piemontese e ha incubato 44 progetti
di ricerca per un valore complessivo di 50 milioni
di euro. In futuro l'ambizione
di diventare Agenzia
della Regione per la ricerca

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