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Questo articolo è stato pubblicato il 27 giugno 2013 alle ore 06:47.
ROMA - Avanza il mercato. E con esso la concorrenza tra gestori energetici. Ma aumentano, nel frattempo, l'ingordigia del fisco e le esigenze di finanziare la corsa (disordinata e non sempre produttiva) alle energie rinnovabili. Risultato: l'Authority per l'energia asseconda il raffreddamento delle bollette rivedendo i parametri di adeguamento periodico delle voci regolate, ma nel frattempo la mannaia tributaria e i cosiddetti "oneri di sistema" annullano praticamente i vantaggi. Con la riproposizione, seppure con qualche correzione, dello scenario che ben conosciamo: le bollette energetiche delle famiglie rimangono affidate ad un sistema di sussidi incrociati che fa pagare prezzi "europei" a chi consuma poco e troppo a chi è costretto a consumare più elettricità, con il prezzo del gas più alto tra il 5 e il 10% rispetto a quello "europeo". Mentre le imprese pagano l'elettricità mediamente il 30% di più, con un gap che si va persino ampliando, consolandosi con un prezzo del gas praticamente allineato all'Europa grazie ai nuovi benefici dell'apertura internazionale dei mercati all'ingrosso. Il tutto con un effetto persino paradossale: nella composizione della bolletta, sia per le famiglie che per le imprese, il peso degli oneri che non riguardano la componente energia cresce sempre di più. Restringendo strutturalmente gli spazi di competizione tra fornitori.
Un guaio davvero. Ma l'Authority non vuole alzare (per fortuna) bandiera bianca. Promette di forzare la concorrenza e di liberare completamente il mercato. Raccomanda alle istituzioni morigeratezza fiscale (tempi duri) e ulteriori correzioni di rotta nei sussidi alle energie verdi. Il tutto con una dettagliata radiografia del nostro sistema energetico che ha fatto da sfondo alla relazione annuale svolta ieri nei saloni del Parlamento dal Presidente Guido Bortoni. Pronto ad esibire anche un bilancio sul primo anno di attività sul nuovo fronte operativo, quello dell'acqua.
La crisi globale certo non aiuta, rimarca Bortoni. La domanda di energia è tornata ai livelli del 1998 «e non da' segni di ripresa». Agire per raddrizzare il nostro sistema energetico è ancora più difficile. Ma le storture sono davvero eclatanti: nel 2015 - puntualizza Bortoni – gli incentivi alle rinnovabili spalmati sulle bollette toccheranno i 12,5 miliardi di euro. E così, per una famiglia tipo «la bolletta dell'elettricità è oggi determinata per circa la metà dall'andamento dei mercati, per un terzo da imposte e oneri di sistema e per il rimanente 15% dalle tariffe dei servizi regolati come il trasporto e la misura». Insomma, «in quattro anni lo spazio lasciato al gioco del mercato si è contratto di ben 10 punti percentuali ed è stato occupato da componenti fiscali e parafiscali».
Difficile agire. Ma l'Authority annuncia intanto tre operazioni. Verrà accelerato il tramonto dei contratti "di maggior tutela" retaggio delle vecchie tariffe amministrate per famiglie e imprese di minori dimensioni, a favore di un sistema più "elastico" che dovrà naturalmente essere sorvegliato con attenzione e accompagnato da un più esteso sistema di bonus e agevolazioni per le fasce più bisognose. Verrà ridefinita completamente l'articolazione visuale delle bollette energetiche per renderle davvero più chiare («sarà una bolletta 2.0» dice Bortoni). E comunque «nei prossimi anni il sistema Italia dovrà essere in grado di dedicare ingenti risorse agli investimenti infrastrutturali» rimarca Bortoni rivolgendosi alle istituzioni proprio mentre giunge la notizia che i manovratori dei nuovi mega-gasdotti da Oriente all'Europa hanno scelto il progetto "Tap" che passa dall'Italia. E' una buona notizia (ne parliamo diffusamente in altra parte del giornale) in uno scenario davvero problematico.
© RIPRODUZIONE RISERVATA L'ENERGIA ELETTRICA. I prezzi finali dell'energia elettrica per usi industriali per i principali Paesi europei e la var. % 2012-2011