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Questo articolo è stato pubblicato il 27 giugno 2013 alle ore 06:48.

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VENEZIA
La decisione è di quelle che “pesano”, e non solo per Marghera (Venezia) o Porto Torres (Sassari): si tratta di stabilire se la Vinyls – unica azienda italiana a produrre Pvc, il cloruro di polivinile, che ha infinite declinazioni nella plastica - sia da considerarsi come un tassello del processo di desertificazione industriale della chimica in Italia o se possa sopravvivere ancora per un po', in vista della bonifica di siti inquinati. Un verdetto in mano al Tribunale di Venezia che oggi, dopo quattro anni di amministrazione straordinaria, è chiamato a dirimere la questione. «Spero – afferma Riccardo Colletti, segretario generale della Filcem Cgil di Venezia – che i commissari Mauro Pizzigati e Giorgio Simeoni perorino la causa dell'esercizio provvisorio: così i lavoratori potranno continuare a presidiare gli impianti, peraltro soggetti alla “Seveso 2” (direttiva europea in vigore dal febbraio del 1989: riguarda il controllo dei rischi da incidente rilevante; ndr); inoltre si potranno iniziare attività di bonifica in vista dell'attivazione della cassa integrazione per un anno ancora».
Secondo Colletti, d'altra parte «il fallimento sarebbe un disastro, e non solo industriale o per i lavoratori. Della questione si sono occupati, negli anni, figure istituzionali di rilievo: da Claudio Scajola a Paolo Romani, da Corrado Passera all'attuale ministro dello Sviluppo Economico, Flavio Zanonato. Se non si riuscisse a venire a capo della vicenda, ciò “certificherebbe” uno smacco per lo Stato».
Del resto, bisogna anche ammettere che il pessimismo sulla sentenza di oggi è il sentimento prevalente. Si pensi che il “collega” (della Femca Cisl) sassarese di Colletti, Luca Velluto, la mette così: «Dopo tante promesse, c'è un finale quasi certo, che potrebbe innescare una bomba ecologica. Ci rimarrà solo la difficoltà di ricollocare i lavoratori che già da sei mesi non ricevono lo stipendio».
Ma come si è arrivati a questo punto? Secondo Massimo Meneghetti, segretario della Femca Cisl di Venezia, i problemi risalgono al 2006. «L'anno – afferma Meneghetti – del protocollo d'intesa per Porto Marghera, documento sottoscritto da ministero dello Sviluppo Economico, Regione, Provincia di Venezia, Comune di Venezia, Unindustria di Venezia, sindacati e imprese di settore; discendeva dall'accordo di programma per la chimica del 1988. Si trattava di coniugare ciclo della petrolchimica e esigenze ambientali; di garantire continuità produttiva e sviluppo sostenibile. Ottime intenzioni; solo che quando si è trattato di rilasciare autorizzazioni (per la produzione) alla inglese Ineos, dal 2005 azionista unico di Ineos Vinyls Italia Spa (che nasce con l'acquisto di European Vinyls corporation International, joint venture olandese paritetica del 1986 tra l'italiana Enichem, azienda petrolchimica di Eni, e l'olandese Ici), ci sono voluti sei anni. La burocrazia farraginosa e inconcludente è all'origine delle disgrazie della Vinyls».
Ineos peraltro aveva accumulato 77 milioni di euro di debiti verso Eni, che forniva le materie prime (etilene, docloroetano) senza cedere la proprietà dei propri impianti necessari a chiudere il ciclo del cloro. Vinyls viene venduta, nel 2009, a due società del gruppo Sartor, Sartor Investiment S.r.l. e Sartor Holding S.r.l. Ma un mese dopo la Sartor porta i libri dell'azienda chimica in tribunale: lamenta che Eni ha aumentato il prezzo del dicloroetano da 70 euro a 270 euro la tonnellata. L'azienda (che ora si chiama Vinyls Italia Spa) finisce in amministrazione straordinaria, e i dipendenti (370, al tempo, tra gli stabilimenti di Porto Marghera, Porto Torres e Ravenna) in cassa integrazione straordinaria. L'anno dopo il bando per l'acquisto delle strutture industriali dell'azienda scade invano; e nel 2011 l'impianto di Ravenna è acquistato da Igs-Co.Em. Per le aree ora occupate dalla Vinyls di Marghera si sono fatti avanti Mossi & Ghisolfi e Oleificio Medio Piave, ma ad oggi non si è deciso niente; anche perché gli interessati attendono la sentenza di oggi.
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LA CRONOLOGIA
Le tappe salienti
1986: nasce Vinyls (European Vinyls corporation International) joint venture paritetica tra l'Enichem e l'olandese Ici.
1994: la società è quotata ad Amsterdam
2001: L'inglese Ineos acquista il 50% delle azioni EVC; nel 2005 diventerà azionista unico. Evc Italia viene ridenominata Ineos Vinyls Italia Spa .
2009: Ineos Vinyls Italia è venduta a due società del gruppo Sartor, Sartor Investiment S.r.l. e Sartor Holding Srl. Ineos ha 77 milioni di debiti verso Eni; secondo Ineos, Eni, che fornisce le materie prime non ha voluto cedere la proprietà dei suoi impianti, e pertanto Vinyls non ha potuto chiudere il ciclo del cloro. La nuova società, Vinyls Italia Spa, dopo solo 20 giorni viene posta in amministrazione straordinaria: lamenta che Eni ha aumentato il prezzo del dicloroetano da 70 euro a 270 euro la tonnellata.
2010: scade il bando per l'acquisto delle strutture industriali di Vinyls: ma delle proposte di Dioki, Industrie Generali Spa di Samarate (Va), Fondo Gita, non se ne fa niente.
2011: IGS-Co.Em. acquisisce l'impianto di Ravenna (54 dipendenti). Restano gli stabilimenti di Porto Marghera e Porto Torres

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