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Questo articolo è stato pubblicato il 01 luglio 2013 alle ore 15:35.

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Natuzzi annuncia chiusura degli impianti di Matera e Ginosa: a casa oltre 1.700 dipendenti

Mobilità annunciata per oltre 1.700 dipendenti. Il gruppo industriale del mobile imbottito Natuzzi comunica di aver presentato oggi a Roma, alle organizzazioni sindacali nazionali e locali, «il piano industriale di riorganizzazione dell'assetto del gruppo in Italia (volto a riportare la società in condizioni di redditività e a creare i presupposti per un solido percorso di crescita futura, salvaguardando, quanto più possibile, l'occupazione nel territorio pugliese e lucano» prevedendo tra l'altro la mobilità per 1.726 dipendenti. Il distretto del Mobile Imbottito in Puglia e Basilicata ha visto calare le aziende del settore da 520 dei primi anni del 2000 a 100 nel 2012, mentre gli addetti sono scesi da 14mila a soli 6mila, di cui circa 4.500 rivenienti dalle attività del Gruppo Natuzzi (3.175 dipendenti di Natuzzi S.p.A. e 1.340 dell'indotto).

In questi anni, si precisa nella nota aziendale, il settore è stato fortemente investito dagli effetti della globalizzazione, dal forte apprezzamento dell'euro verso le principali valute, dalla crescente pressione sui prezzi esercitata dei paesi emergenti con produzioni a basso costo di manodopera e dal dilagare del fenomeno della concorrenza sleale e del ricorso al lavoro nero.
«Oggi - prosegue la nota - la situazione si è ulteriormente aggravata. Nonostante gli investimenti e gli sforzi della Società negli ultimi anni, la crisi del mercato immobiliare e l'ulteriore calo dei consumi in Europa e in Italia impongono al Gruppo Natuzzi un obiettivo prioritario: la salvaguardia dell'azienda. Le linee guida strategiche del Piano prevedono, da un lato l'allineamento dell'attuale struttura operativa alle effettive esigenze dei mercati, e dall'altro un ritorno alla competitività, da realizzarsi attraverso forti investimenti in innovazione di prodotto e di processo, in marketing e comunicazione e nello sviluppo dei punti vendita Natuzzi Italia nel mondo. Il tutto per un investimento complessivo di oltre 190 mln di euro».

«Tuttavia - si legge ancora nella nota - il gap che attualmente separa i costi industriali di Natuzzi S.p.A. da quelli dei principali competitors stranieri e di alcuni concorrenti sleali insediati nel distretto è enorme, come dimostrano i risultati registrati negli ultimi sei anni (2007-2012) in cui il Gruppo ha registrato un EBIT negativo per circa 140 milioni di euro, largamente imputabile agli elevati costi industriali e all'altissimo costo del lavoro. Gli attuali organici in Italia non sono più sostenibili e tecnicamente non possono più essere gestiti attraverso la Cassa Integrazione Straordinaria, che ha già coinvolto circa 1.450 collaboratori nel 2012, dei quali 674 a zero ore». «La risposta a questo scenario è la riorganizzazione dell'assetto italiano del Gruppo, che coinvolgerà complessivamente 1.726 dipendenti (1.580 negli stabilimenti produttivi, 146 negli uffici centrali) per i quali la società si vede costretta ad avviare le procedure di mobilità in vista della scadenza della Cassa Integrazione Straordinaria prevista per ottobre 2013 - si legge ancora nella nota aziendale - attraverso questa riorganizzazione la società intende salvaguardare la posizione di 2.789 lavoratori, di cui 1.449 interni e 1.340 nell'indotto. Il Gruppo Natuzzi è pienamente consapevole dell'impatto nel territorio derivante dalla riorganizzazione - conclude la nota - e auspica che attraverso il dialogo e l'intervento congiunto di istituzioni, sindacati e di Natuzzi S.p.A. possa scaturire un percorso condiviso per trovare soluzioni efficaci e sostenibili».

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