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Questo articolo è stato pubblicato il 04 luglio 2013 alle ore 15:56.

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Sì alla Rappresentanza della Fiom dentro Fiat

La Corte Costituzionale ha dichiarato illegittimo l'articolo 19 dello Statuto dei lavoratori, nella parte relativa alle rappresentanze sindacali aziendali (Rsa) riservate soltanto alle sigle sindacali firmatarie del contratto applicato nell'unità produttiva interessata. La questione di legittimità costituzionale, in particolare, era stata sollevata nei mesi scorsi dai giudici dei tribunali di Torino, Modena e Vercelli, a seguito dei ricorsi presentati dal sindacato dei metalmeccanici della Cgil, escluso dalle Rsa per non aver sottoscritto il contratto della Fiat.

Due giorni fa la prima udienza della Consulta, ieri la pubblicazione della nota da parte dei giudici per dichiarare l'illegittimità dell'articolo 19 «nella parte in cui non prevede che la rappresentanza sindacale aziendale sia costituita anche nell'ambito di associazioni sindacali che, pur non firmatarie di contratti collettivi applicati nell'unità produttiva, abbiano comunque partecipato alla negoziazione relativa agli stessi contratti quali rappresentanti dei lavoratori dell'azienda». Entro un mese la pubblicazione della sentenza.

La Fiat prende atto della pronuncia della Corte costituzionale e pone il problema dei criteri di rappresentatività. «Viste le incertezze sollevate da questa decisione della Corte Costituzionale – sostiene il Lingotto in una nota diffusa ieri sera – la Fiat rimette piena fiducia nel legislatore affinchè definisca un criterio di rappresentatività più solido e più consapevole delle delicate dinamiche delle relazioni industriali, che dia certezza di applicazione degli accordi, garantisca la libertà di contrattazione e la libertà di fare impresa, come avviene nei paesi di normale democrazia nelle relazioni industriali». Quanto alle conseguenze pratiche della sentenza, «sembra che la Corte – osserva il Lingotto – abbia collegato il diritto a nominare le rsa alla partecipazione alla negoziazione dei contratti collettivi poi applicati ai lavoratori. Se questa lettura è corretta, la decisione non appare riferibile alla posizione assunta dalla Fiom che, a priori, ha sempre rifiutato qualsiasi trattativa sui contenuti del contratto collettivo specifico di lavoro di primo livello di Fiat Spa e di Fiat Industrial, applicato dal primo gennaio 2012 nonché sul recente rinnovo».

L'orientamento della Consulta è stato accolto con entusiasmo dalla Fiom e dalla Cigl. Per Maurizio Landini, «la Costituzione rientra in fabbrica. È una vittoria di tutti i lavoratori». «La Corte costituzionale – ha aggiunto il segretario della Fiom – ha sancito che il sistema su cui Fiat ha costruito tutto è illegittimo. Ora il Lingotto ne prenda atto e volti pagina. Basta discriminazioni» . La Cgil ha parlato di «una sentenza di grande rilevanza e valore per le relazioni industriali e sindacali nel Paese». Inoltre, l'indicazione della Consulta rafforza «i principi e le regole stabiliti nel recente accordo firmato da Cgil, Cisl, Uil e Confindustria in materia di democrazia e rappresentanza».

Diametralmente opposta la lettura che dà il Fismic: «La sentenza della Consulta non potrà cambiare la questione della rappresentanza in Fiat» sottolinea il segretario Roberto Di Maulo. «Il pronunciamento – aggiunge – parla di "diritto alla rappresentanza" per i sindacati che hanno partecipato alle trattative di rinnovo contrattuale pur non avendo firmato. Ebbene, la Fiom non ha mai partecipato agli incontri e quindi, a nostro avviso, non cambia nulla». Su questo passaggio si giocherà la partita nei prossimi mesi, visto che il collegio difensivo della Fiom sostiene che quanto stabilito dalla Consulta sia subito esecutivo e riapra le porte degli stabilimenti del Lingotto alle Rsa indicate dai metalmeccanici della Cgil.

«Prendiamo atto del pronunciamento della Corte Costituzionale e in attesa di conoscere il testo completo, constatiamo che emergono alcune contraddizioni» sostiene Ferdinando Uliano segretario della Fim Cisl, contraddizioni tipiche del fatto che si affidino «ai giudici e ai referendum materie relative alle relazioni sindacali». Una situazione, quella relativa all'esclusione dalle Rsa Fiat della Fiom, nata all'indomani della sigla del contratto separato per Pomigliano – poi esteso ai vari stabilimenti del Lingotto – e dell'uscita di Fiat dal sistema confindustriale. Una sessantina i ricorsi, 50 dei quali in primo grado hanno registrato la vittoria della linea del Lingotto. Ora, la sentenza dei giudici della Consulta riapre la partita. E «ripristina», secondo il collegio difensivo della Fiom-Cgil,un principio di democrazia nei luoghi di lavoro, che tiene conto della rappresentatività delle organizzazioni sindacali, senza condizionare l'agibilità sindacale alla firma del contratto collettivo applicato.

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