Via italiana per lavorare in Ghana

Questa è una piccola ma bella storia di imprenditoria, di quelle che ci piacerebbe riuscire a raccontare più spesso. Flavia Straulino è una nostra connazionale che ha scelto di aprire una società di consulenza in Ghana, uno stato dell'Africa occidentale che si sta avviando in questi anni verso lo sviluppo. Messasi insieme con un ghanese e un veneto, e grazie anche al marito commercialista, originario della Repubblica Democratica del Congo, Flavia ha deciso un anno fa di sbarcare in Ghana per creare una rete che aiuti altre piccole e medie imprese italiane a entrare e fare business nel paese africano. Il progetto è nato anche grazie alla formazione che Flavia ha avuto grazie al master sull'internazionalizzazione organizzato da Nibi, il Nuovo Istituto di Business Internazionale creato dalla Camera di Commercio di Milano e da Promos.

È nata quindi da circa un anno Iimc (International Investment and Management Consulting Ltd). Flavia ne è fiera, si capisce sentendola al telefono: «Ho una vera passione per l'internazionalizzazione, dovuta anche ai 20 anni in cui ho lavorato per il governo neozelandese». Il Ghana è un Paese abbastanza piccolo (due terzi della superficie italiana, 25 milioni di abitanti) ma tranquillo, senza conflitti etnico religiosi. «I ghanesi sono molto aperti e amichevoli - racconta - e lo stato non è affatto invasivo. Poi, io di corruzione non ne ho finora trovata. Insomma, per venire da queste parti bisogna innanzitutto superare degli ostacoli mentali: noi italiani non abbiamo molta dimestichezza con l'Africa Nera».

Certo, le piccole imprese che decidono di andare all'estero - in Ghana come in altri paesi poco conosciuti - devono innanzitutto capire che si è all'estero, e quindi assimilare e comprendere la mentalità del luogo. «Qui - racconta Flavia - c'è un motto: "Il tempo è di Dio", quindi non aspettiamoci la frenesia lombarda. Però d'altra parte iniziare un business da queste parti ha dei tempi che il governo ghanese sta cercando di rendere certi, e che sono ad esempio molto più bassi di quelli di altre nazioni, come per esempio il Brasile. Insomma, bisogna capire come funziona - sottolinea ancora Flavia –. Ma nella mentalità di noi imprenditori c'è la voglia di rischiare, vero?»